Dal 2000 34 milioni di bambini morti per polmonite

La denuncia dell’Unicef, contenuta nel rapporto presentato in vista di Cop22: «Circa la metà delle morti sono collegate all’inquinamento atmosferico»

Le malattie infettive continuano a essere i killer più temibili per i bambini del mondo, specie quelli che vivono in Paesi a basso e medio reddito. Polmonite e diarrea, in particolare, uccidono ogni anno 1,4 milionidi piccoli: dal 2000, circa 34 milioni. Sono i dati contenuti nel rapporto presentato oggi, venerdì 11 novembre, dall’Unicef, secondo cui, senza un ulteriore investimento nelle misure principali di prevenzione e trattamento, altri 24 milioni di piccoli moriranno per queste cause entro il 2030.

La polmonite, in particolare, rimane la malattia infettiva che causa il più alto numero di morti fra i bambini al di sotto dei 5 anni: nel 2015 è costata la vita a circa un milione di bambini. Quasi uno ogni 35 secondi: più di malaria, tubercolosi, morbillo e Aids messi insieme. Circa la metà di tutte le morti per polmonite fra i bambini, si evidenzia nel rapporto, sono collegate all’inquinamento atmosferico: «Un fatto che i leader mondiali dovrebbero tenere a mente durante le discussioni sul cambiamento climatico in corso per Cop22».

Per Fatoumata Ndiaye, vice direttore esecutivo dell’Unicef, è oramai chiaro che «l’inquinamento atmosferico, legato al cambiamento climatico, sta danneggiando la salute e lo sviluppo dei bambini, causando polmonite e altre infezioni respiratorie. Due miliardi di bambini vivono in aree in cui l’inquinamento atmosferico esterno supera le linee guida internazionali, di conseguenza molte persone si ammalano e muoiono. L’incontro dei leader mondiali a Cop22 può aiutare a salvare le vite dei bambini con impegni concreti per ridurre l’inquinamento atmosferico collegato al cambiamento climatico e con investimenti sulla prevenzione e sulla sanità».

11 novembre 2016