Da San Giovanni la preghiera di lode di oltre 7mila giovani di Taizé

Hanno tra i 18 e i 35 anni. Sono arrivati a Roma per pregare con il Papa alla vigilia dell’apertura del Sinodo. Dalla cattedrale di Roma il cammino verso San Pietro

Con una preghiera di lode ritmata ed entusiasta, accompagnata dal battito delle mani, da passi di danza e da sorrisi solari sul volto. Così hanno cantato e ringraziato Dio per essere a Roma insieme questo pomeriggio, 30 settembre, i giovani di Taizé. Gli oltre 7.500 ragazzi tra i 18 e i 35 anni giunti a Roma dall’Italia e da tutta Europa per la veglia “Together” – organizzata dalla comunità ecumenica francese fondata da frère Roger Louis Schutz nel 1940 – prima di incamminarsi con un colorato pellegrinaggio verso piazza San Pietro per pregare con Papa Francesco, dalle 19, alla vigilia del Sinodo dei vescovi, si sono ritrovati nella basilica di  San Giovanni in Laterano. Alla musica e al canto si sono alternate la meditazione silenziosa del brano evangelico dei discepoli di Emmaus e le voci di chi ha portato la propria testimonianza di gratitudine per il dono della fede, che nell’esperienza dell’amicizia e dell’amore della famiglia è giunta come un dono grazie a «coloro che hanno offerto una testimonianza di vita», favorendo la conoscenza della «big new»e della «big joy» date da Dio, come ha raccontato Carol, inglese di 25 anni, parlando a quanti gremivano la cattedrale di Roma. Per il vescovo ausiliare Dario Gervasi, «vedere come i giovani rispondono con tanto entusiasmo nonostante i momenti di crisi, dona gioia e tanta speranza alla Chiesa e genera gratitudine per la loro fede vivace, che a volte manca a noi adulti».

L’entusiasmo comune dei ragazzi parla lingue diverse: Arunas, giunto dalla Lituania «con un piccolo gruppo di 14 persone», non sa nascondere la gioia per «essere nella Roma della storia antica e per poter pregare in Vaticano»; Michelle invece è arrivato dalla Francia «con un gruppo ecumenico della parrocchia» e racconta dell’«incontro di ieri pomeriggio con alcuni padri sinodali che ci hanno spiegato che cosa rappresenta e che cosa sarà il Sinodo», ma più di tutto porta nel cuore l’emozione «per avere visto per la prima volta piazza San Pietro, davvero bellissima». Anche per la brasiliana suor Vanessa Y. Akamine, della congregazione di Sant’Antonio Maria Claret, in Italia da un solo mese per la propria formazione religiosa, «questa è una prima grande esperienza di preghiera in Vaticano».

Dall’Inghilterra sono arrivati venerdì notte «con 12 ore di ritardo del volo» i due fratelli metodisti che Federico e Annabella, della parrocchia del Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi, hanno ospitato nella loro casa, mentre nella comunità parrocchiale hanno trovato accoglienza nelle famiglie in totale 12 giovani provenienti dalla Spagna e dalla Germania. Sono state 80 le parrocchie romane coinvolte nell’ospitalità dei giovani stranieri, per i quali sono stati curati anche dei momenti di visite culturali, come quelle organizzate dalla Comunità “Pietre vive” di Roma1,«creando dei percorsi di visita artistica unita alla spiritualità», dice il coordinatore Saverio, 26 anni, spiegando che i luoghi di culto interessati dai workshop dedicati sono stati «la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, quella di San Vitale e il Battistero lateranense».

Hanno invece vissuto l’esperienza in un’unica giornata, «partendo molto presto questa mattina con il pullman», i 30 giovani di una parrocchia di Pescia, vicino a Lucca, desiderosi «di condividere insieme ancora qualcosa di forte dopo la Gmg di Lisbona», sono le parole dei ventiduenni Francesco e Agnese. Anche il gruppo di pastorale giovanile de L’Aquila, «formato da 12 giovani, 2 frati minori e una suora francescana», dice fra Riccardo, rientrerà da Roma «subito in serata». Quest’estate «con questi stessi ragazzi siamo stati a Taizé e preghiamo con la preghiera ecumenica della comunità una volta al mese – ha spiegato il religioso – e per questo non potevamo mancare».

30 settembre 2023