Da Norcia la proposta di un concorso per ricostruire San Benedetto
Ad avanzarla l’arcivescovo Boccardo, che immagina anche un «luogo della memoria» in cui custodire i beni artistici delle chiese inagibili
Ad avanzarla l’arcivescovo Boccardo, che immagina anche un «luogo della memoria» in cui custodire i beni artistici delle chiese inagibili, «pezzi di vita delle popolazioni locali»
Un concorso internazionale di architettura, per progettare la ricostruzione della chiesa di San Benedetto a Norcia, distrutta dal sisma del 30 ottobre scorso. A lanciare la proposta è l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, nell’ambito della ricostruzione dopo il terremoto. Il presule sottolinea «l’attaccamento della popolazione di Norcia e dintorni alle proprie chiese, oggi quasi tutte inagibili, e la loro speranza di vederle ricostruite». Di qui, la seconda delle sue proposte: la realizzazione di un «luogo della memoria», in quel che resta della chiesa di San Salvatore, a Preci, in cui custodire tele, statue, arredi, reliquiari, argenteria e arredi sacri della chiese andate distrutte, attualmente messi in sicurezza nel deposito per i Beni culturali di Santo Chiodo, alle porte di Spoleto. «Veri pezzi di storia e di vita delle popolazioni locali», li definisce Boccardo, ricordando, ad esempio, «le lacrime dei fedeli di Ancarano quando i Vigili del fuoco hanno rimosso le campane della loro chiesa per metterle in sicurezza».
Per l’arcivescovo, «sarebbe bello che tutti questi pezzi, prima di tornare nelle loro chiese di origine, potessero essere raccolti in un unico luogo e resi visibili alla loro gente come anche a pellegrini e turisti che così potrebbero conoscere la storia di questi luoghi e delle comunità che li abitano». Per quanto riguarda invece la ricostruzione della chiesa intitolata al patrono d’Europa, Boccardo ipotizza «un concorso internazionale aperto a tutti, anche a grandi nomi dell’architettura, per un progetto che tenga insieme i pezzi rimasti della chiesa, la facciata, l’abside, la base del campanile, collegandoli ad un’aula liturgica nuova che custodisca la memoria del passato, aprendosi al presente e al futuro valorizzando i resti del terremoto che sono cicatrici che non possiamo cancellare. Sarebbe una bella operazione ecclesiale – osserva -, perché l’arte incrocia lo spirito religioso. L’insegnamento della Regola di san Benedetto resta oltre la caduta delle mura della chiesa».
26 aprile 2017