Da Gaza 100 missili contro Israele

L’attacco nel corso di 1 ora. Danni limitati e nessuna vittima. Save the Children: in questa escalation di violenza, i bambini della Striscia «pagano il prezzo più alto»

In risposta all’escalation di violenza degli ultimi giorni, con gli attacchi aerei israeliani iniziati nei giorni scorsi, questa mattina, 10 maggio, nel corso di un’ora oltre 100 razzi palestinesi sono stati sparati da Gaza verso Israele. Lo ha riferito la televisione pubblica israeliana Kan, informando che la maggior parte sono caduti in un raggio di circa 40 chilometri dalla Striscia mentre alcuni hanno raggiunto anche il centro del Paese. Grazie all’intervento del sistema di difesa aerea Iron Dome, danni limitati e, finora, nessuna vittima.

Da Gaza intanto Jason Lee, direttore di Save the Children per il Territorio palestinese occupato, attualmente nella Striscia, punta i riflettori sulla condizione dei bambini, che «ancora una volta stanno pagando il prezzo più alto di questa ennesima violenza. Uccidere o mutilare i bambini – aggiunge – è una grave violazione e i responsabili dovrebbero essere chiamati a rispondere delle loro azioni». Per molti di questi piccoli, è l’analisi di Lee, i nuovi attacchi riportano alla mente «ricordi traumatici di precedenti episodi». Basti pensare che «solo 2 anni fa, proprio a maggio, in 11 giorni sono stati uccisi 261 palestinesi, tra cui 67 bambini.  Ad ogni attacco aereo, il senso di sicurezza dei bambini viene distrutto, con conseguenze terribili per il loro benessere a lungo termine».

Intanto cresce la paura. «Il nostro team a Gaza e le loro famiglie ci dicono che non c’è un posto sicuro dove stare in questo momento. Tutti sono impauriti e cercano un riparo, le scuole sono state chiuse, mentre si consuma un altro giorno di terrore e incertezza. Se la violenza continuerà a intensificarsi, la vita e il benessere dei bambini palestinesi e israeliani saranno minacciati – avverte il direttore di Save the Children -. L’unico modo per proteggerli è fermare questa brutalità e che tutte le parti facciano quanto in loro potere per ridurre la tensione e proteggere le infrastrutture civili dagli attacchi, in conformità con il diritto internazionale umanitario».

10 maggio 2023