Da Croce Rossa e Sap un hastag contro il bullismo

Presentato il progetto pilota che ha coinvolto quasi 900 persone, tra ragazzi, genitori e insegnanti, di sei scuole medie e superiori nel municipio V. Le richieste agli adulti: maggiore ascolto e maggiore presenza

Si chiama #DIB-DisconnettiamoIlBullismo il progetto pilota condotto da Croce Rossa Italiana e dalla multinazionale Sap in 6 scuole medie e superiori del municipio V. Protagonisti: circa 700 ragazzi di età compresa tra i 13 e i 14 anni, insieme ai loro insegnanti e genitori. Accanto a loro, le psicologhe del Servizio psicosociale di Croce Rossa Italiana, 24 volontari Cri appositamente formati, i volontari Sap e alcuni docenti universitari esperti nelle tematiche in questione. L’obiettivo, spiegano i promotori, è quello di «sensibilizzare e creare maggior consapevolezza sulle diverse forme di bullismo e cyberbullismo, sulle sue ricadute legali e sui pericoli della rete, oltre che di migliorare la comprensione della natura degli atti di prevaricazione e di violenza, aprendo un nuovo canale di comunicazione fra scuola e famiglia, due istituzioni che hanno un ruolo cruciale nella lotta a un fenomeno in continua crescita». Lo dimostrano i dati: si stima che poco più del 50% dei ragazzi fra gli 11 e i 17 sia stato vittima di bullismo e la gravità delle violenze subite è stata accresciuta negli ultimi anni dall’uso di internet e delle tecnologie digitali facilmente accessibili dai cellulari, «che hanno reso minacce e offese anonime e ripetibili nel tempo».

social network pericoli ragazziI ragazzi sono stati coinvolti in incontri fondati sulla “peer education” e incentrati su attività interattive e partecipative, mirate a stimolare la comprensione degli atti di prevaricazione e violenza con l’ausilio di attività di gruppo, video, racconti, conversazioni guidate e libere. Prima e dopo gli incontri sono stati distribuiti dei questionari, tra i quali quello intitolato “Quanto conosco il bullismo”, per ottenere la mappatura iniziale e quella finale delle conoscenze dei partecipanti e verificarne l’incremento, e il questionario di gradimento. Al termine degli appuntamenti ogni gruppo è stato incaricato di produrre un elaborato grafico e uno slogan che racconta il bullismo e il cyberbullismo, che sarà oggetto di successiva esposizione.

La proposta per gli oltre 120 docenti e i 60 genitori che hanno aderito era strutturata invece intorno a incontri informativi condotti da figure professionali che hanno trattato la tematica del bullismo e del cyberbullismo da tre diverse prospettive: psicologica, informatica e legislativa. «I docenti – riferiscono gli operatori che hanno lavorato con loro – hanno dimostrato di conoscere le caratteristiche dei bulli e sono interessati ad approfondire gli aspetti legali e a ricevere maggiori indicazioni operative pratiche; i genitori hanno una conoscenza molto più superficiale del fenomeno e hanno richiesto che il materiale informativo fosse distribuito perché le informazioni restassero di facile accesso anche a casa».

Positiva l’accoglienza riservata dai ragazzi all’iniziativa: «Dalle loro risposte sono emersi gli elementi più interessanti per inquadrare il fenomeno e individuare la strada per limitarlo». Tra i suggerimenti, quello di introdurre vere testimonianze di bullismo e un maggior utilizzo di video per sensibilizzare in maniera più diretta. Ma i ragazzi si sono espressi anche sul ruolo che la famiglia e i genitori dovrebbero avere: il contesto familiare, hanno sottolineato, è il luogo in cui nascono e si generano vittime e bulli. Di qui l’importanza di conoscere meccanismi psicologici e dinamiche che caratterizzano entrambi, per «riconoscere precocemente i caratteri del bullismo» e «individuare gli atteggiamenti opportuni da tenere o da evitare per sostenere i propri figli in un momento particolarmente delicato della loro vita».

bullismo a romaTra le richieste al mondo degli adulti, quella di maggiore comunicazione e ascolto, per una comprensione più profonda dei problemi adolescenziali, e quella di una presenza più costante e attenta da parte della famiglia, senza sottovalutare o ridimensionare le problematiche vissute dai giovani «in un’età così delicata». I genitori, insomma, sono chiamati «a tornare a essere un saldo punto di riferimento per i propri figli e ad ascoltare senza giudicare, instaurando un rapporto che renda l’individuazione di eventuali problemi e la lotta al fenomeno più efficace».

Per il presidente di Croce Rossa Italiana Francesco Rocca, «gli episodi di bullismo e cyber-bullismo sono drammaticamente all’ordine del giorno ma sono fenomeni a cui non ci dobbiamo abituare. Si deve partire dalla prevenzione ed è proprio per questo che ho accolto volentieri l’invito alla presentazione di questo progetto. Se la scuola e la famiglia sono di sicuro cruciali nel contrastare il bullismo, sono convinto che il volontariato e in primis i giovani di Croce Rossa Italiana possano fare la differenza nel cambiare mentalità e avere un dialogo diretto con le giovani generazioni, abbattendo quel gap generazionale che spesso rappresenta uno dei problemi maggiori». Sulla stessa linea Carla Masperi, Chief Operating Officer di Sap Italia: «Con l’evolversi delle tecnologie digitali e della comunicazione sui social network, familiari tra preadolescenti e adolescenti – afferma -, il bullismo ha assunto forme pericolose che richiedono efficaci strumenti di sensibilizzazione, soprattutto nelle scuole. L’uso delle nuove tecnologie deve aiutare a integrare conoscenze, sviluppare competenze e rispetto, rafforzare aspetti caratteriali e condividere valori positivi».

 

11 maggio 2018