#Nonlasciamolisoli. L’associazioni Amici dei bambini (Aibi) risponde così all’appello lanciata dal Papa nell’Angelus di domenica 16 febbraio: con una campagna di raccolta fondi in favore dei bambini della Siria. Francesco, al termine della preghiera, aveva ricordato il dramma della piccola di un anno e mezzo morta assiderata tra le braccia del padre che stava tentando di portarla in ospedale, a piedi, da un campo profughi di Idlib, attraverso il freddo dell’inversno siriano. «Alla richiesta del Santo Padre rispondiamo con i fatti – affermano da Aibi -, scendendo in campo al fianco dei bimbi siriani con una campagna interamente dedicata a loro. Gli orrori di questa guerra che dura ormai da nove anni non possono essere dimenticati. Non possiamo lasciarli soli».

Aibi intanto garantisce aiuti alimentari, sanitari e supporto psicologico alla popolazione civile: soprattutto bambini e famiglie che cercano di sopravvivere nei campi profughi. «Attualmente – afferma il presidente Marco Griffini – siamo l’unica organizzazione umanitaria italiana ancora presente nei campi profughi della provincia di Idlib, una delle zone più martoriate della Siria, dove, assieme al nostro partner storico Kids Paradise, stiamo portando avanti, in mezzo a incredibili difficoltà, un progetto di sicurezza alimentare. La situazione però – prosegue – è sempre più drammatica e ora, con questa nuova campagna, vogliamo estendere e intensificare la portata dei nostri interventi di emergenza a favore dei bambini dei campi profughi».

I fondi raccolti con la nuova iniziativa infatti serviranno per aiutare le famiglie rifugiate all’interno dei campi profughi sostenuti da Aibi tramite Kids Paradise, acquistando beni di prima necessità per i bambini, come coperte, vestiario, scarpe, alimenti per neonati, presidi medico-sanitari, ma anche organizzando spazi protetti di sollievo e di gioco, attivando interventi di supporto psicologico e fornendo il pane quotidiano attraverso un forno mobile.

18 febbraio 2020