Da Acs una preghiera per le vittime dello Stato islamico

Il testo scritto da collaboratori della fondazione provenienti da Iraq, Siria, Centrafrica, Nigeria, Sri Lanka e India. Mantovano: «Pregare non basta»

Il testo scritto da collaboratori della fondazione provenienti da Iraq, Siria, Centrafrica, Nigeria, Sri Lanka e India. Mantovano: «Primo passo, ma da sola non basta»

«Strappa dal maligno quanti credono nella violenza, quanti generano fiumi di lacrime, non solo in Europa, ma in tante parti del Mondo». E ancora: «Pietà per le vittime innocenti, misteriosamente legate alla Tua passione di Dio uomo, perfetto innocente. Dona consolazione e speranza ai familiari, rendici operatori di rispetto, pace e solidarietà in casa e fuori, in ogni luogo, liberaci dai rancori e dalla vendetta. Maria la Madre Tua, sostenga questa supplica». Recita così la preghiera per le 129 persone che hanno perso la vita il 13 novembre a Parigi e per tutte le vittime dell’odio a sfondo religioso, scritta da sacerdoti collaboratori della fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre provenienti da Iraq, Siria, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Sri Lanka, India.

Dal presidente della sezione italiana di Acs Alfredo Mantovano arriva l’invito a non dimenticare quanti ogni giorno vengono uccisi dagli uomini del Califfato, soprattutto in Siria e in Iraq. «L’attacco all’umanità e ai nostri valori universali, per riprendere le parole del presidente degli Stati Uniti, messo in atto a Parigi la scorsa settimana, si era già verificato con la medesima intensità e devastazione a Beirut, nei cieli di Sharm el Sheik e nei luoghi in cui più forte è stata la persecuzione perpetrata da Isis – commenta -. Non possiamo accorgerci della portata di questa aggressione soltanto quando questa colpisce città europee».

La preghiera, continua Mantovano, «è fondamentale e certamente dobbiamo pregare per le vittime di Parigi e per quanti ogni giorno muoiono per mano dello Stato Islamico. Ma la preghiera rappresenta un primo passo da compiere e da sola non basta». Il presidente di Acs-Italia chiama quindi in causa chi ha la responsabilità istituzionale, invitando a prendere provvedimenti che rimuovano alla base l’aggressione da parte del Daesh. «Il Papa ha più volte richiamato all’opportunità di una forza multilaterale che affronti il problema alla radice eliminando l’ingiusto aggressore».

Parallelamente, evidenzia ancora Mantovano, c’è l’esigenza di rispondere alle necessità della popolazione con un sostegno concreto in tutti quei luoghi «dove l’Isis ha fatto sentire la sua capacità di devastazione molto prima che a Parigi». Un impegno che Acs porta avanti fin da quando il problema è sorto. Ora, le parole di Mantovano, «è il caso che questa consapevolezza si diffonda e si traduca in un aiuto ancor più generoso nei confronti di chi a causa di Isis ha perso la propria casa, i propri cari e si trova oggi a distanza di centinaia di chilometri dai luoghi d’origine senza avere nulla se non l’aiuto dei propri fratelli nella fede».

19 novembre 2015