Cure palliative pediatriche garantite solo a una minoranza

Ne usufruisce solo il 15% dei 30mila bambini che in Italia ne avrebbero bisogno: la denuncia dell’associazione Peter Pan in un convegno. Divario tra le regioni nell’accesso

L’accesso alle cure palliative pediatriche è garantito solo al 15% dei 30mila bambini che in Italia ne avrebbero bisogno e ben 7 regioni non hanno centri o strutture dedicate a questo servizio specialistico, di conseguenza i piccoli pazienti e le loro famiglie sono costretti a fare viaggi estenuanti e a trascorrere lunghi periodi lontani da casa per ricevere le cure necessarie. È l’allarme lanciato da Peter Pan Odv – organizzazione di volontariato che accoglie, insieme alle loro famiglie, i bambini malati di cancro che si recano a Roma per ricevere le cure necessarie – in occasione del convegno “Qualità della vita, qualità delle cure palliative pediatriche. La figura del caregiver”, una delle tappe romane del 3° Giro d’Italia delle cure palliative pediatriche. Dal convegno è emersa la necessità di considerare, all’interno del percorso di tali cure, non solo l’aspetto medico, ma anche il benessere emotivo, sociale e psicologico dei bambini e delle loro famiglie.

La disuguaglianza regionale nell’accesso alle cure palliative pediatriche è solo uno degli elementi che impedisce di accedervi alla maggioranza dei bambini che ne avrebbero diritto. «Spesso l’inserimento in un percorso di cure specialistiche si ha tardivamente, a causa di una percezione di fallimento professionale da parte del personale curante – spiega Alessandra Pieroni, del Centro di cure palliative pediatriche dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù –. Inoltre, molte famiglie faticano ad accettare l’idea di passare da una terapia curativa a una terapia di supporto, soprattutto quando viene percepita come un “abbandono”. Le cure palliative pediatriche non sono però legate solo alle fasi terminali della malattia, quando, tutti i trattamenti volti alla guarigione sono già stati tentati. Al contrario, prevedono l’assistenza fin dal momento della diagnosi di una malattia inguaribile e proseguono per tutta la traiettoria della malattia, anche in contemporanea alle altre terapie».

Centro della tappa del Giro d’Italia delle cure palliative pediatriche organizzata da Peter Pan Odv, che quest’anno compie 30 anni, è stata la figura del caregiver, fondamentale in caso di pazienti pediatrici, attivamente coinvolta nella somministrazione delle cure e nel garantire il benessere emotivo dei pazienti. Figura che è quasi sempre un componente della famiglia, con il proprio bagaglio di sofferenza. Secondo lo studio Palliped, nel 90% dei casi analizzati, il caregiver principale è la madre. «Il supporto alle famiglie è parte integrante del percorso – spiega Renato Fanelli, oncologo, membro del Comitato etico di Peter Pan e del coordinamento regionale per le cure palliative adulti e pediatriche -, il nucleo familiare è la prima comunità in cui il paziente vive la sua malattia ed è qui che viene individuata la figura del caregiver, importantissima nella cura del paziente. Il caregiver e la famiglia tutta sono sottoposti a un pesante carico emotivo, è quindi assolutamente necessario che l’equipe curante si prenda cura della famiglia, specialmente se sono presenti bambini o minori».

Peter Pan offre ai piccoli pazienti e alle loro famiglie un supporto a 360° gradi, compreso un servizio di sostegno psicologico: «Ai nostri ospiti – racconta il presidente Roberto Mainiero – non garantiamo solo un alloggio e un punto di riferimento logistico nel periodo di cure. Offriamo loro spazi di ascolto e condivisione, affinché non si sentano soli nel difficile momento della malattia e possano esprimere liberamente le proprie emozioni e paure».

10 giugno 2024