«Curare e prendersi cura», le coordinate dell’azione del Bambino Gesù

Le ha indicate il cardinale Parolin alla presentazione della Relazione annuale dell’ospedale pediatrico, eccellenza europea anche per le malattie rare

Le ha indicate il cardinale Parolin alla presentazione della Relazione annuale dell’ospedale pediatrico, eccellenza europea e sede di Orphanet, database per le malattie rare

Con un aumento del 4% dei trapianti effettuati, 27.058 procedure chirurgiche e interventistiche, 2.095 interventi di chirurgia ambulatoriale pediatrica e una notevole diminuzione dei ricoveri inappropriati, l’Ospedale Bambino Gesù rappresenta il più grande policlinico e centro di ricerca pediatrico in Europa, punto di riferimento per la salute di bambini e ragazzi provenienti da tutta Italia e dall’estero. I dati, contenuti nell’annuale relazione sanitaria e scientifica, sono stati illustrati ieri sera, martedì 4 luglio, nella sede della Pontificia Accademia delle Scienze, alla presenza del cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin e del ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

«La Santa Sede apprezza i risultati raggiunti e invita a proseguire per questa strada; godete della stima, della fiducia e della continua vicinanza del Santo Padre – ha affermato Parolin -. Curare e prendersi cura sono i due verbi inseparabili della vostra azione quotidiana. Siete un’istituzione impegnata a coniugare scientificità e umanità. Per continuare a garantire cura ai pazienti e accoglienza alle famiglie l’ospedale ha bisogno di trovare nuovi spazi e nuovi modelli organizzativi e per accompagnare il cambiamento sono necessari saggezza, lungimiranza e fiducia».

Operativo nel Lazio con quattro sedi – due a Roma, una a Palidoro e una a Santa Marinella – il Bambino Gesù, che nel 2019 celebrerà i 150 della fondazione, è sede per l’Italia di Orphanet, il più grande database mondiale per le malattie rare. Grazie al lavoro di ricerca, lo scorso anno sono state identificate 10 malattie rare e assistiti 9.600 pazienti: un impegno che ha permesso di fornire risposte diagnostiche in oltre il 40% dei casi di malati rari o ultra-rari seguiti. Per il suo impegno in questo campo «l’ospedale è presente all’interno di 15 reti negli European Reference Network dedicati alle malattie rare, ponendoci al primo posto della pediatria europea» ha aggiunto il direttore scientifico Bruno Dallapiccola, presente alla serata insieme al coordinatore generale Ruggero Parrotto e al cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Marcelo Sanchez Sorondo.

Per quel che riguarda l’assistenza, nel 2016 sono stati effettuati 80.015 accessi al pronto soccorso e 26.947 ricoveri ordinari; il 28% dei pazienti proviene da fuori regione e il 13,5% dei bambini ricoverati è di nazionalità straniera. Negli ultimi 5 anni il numero di visite ed esami è cresciuto di quasi il 50% attestandosi nel 2016 a 1.696.279 prestazioni ambulatoriali. Per il ministro Lorenzin, che più volte ha visitato la struttura, «il Bambino Gesù non è un semplice ospedale pediatrico e luogo di ricerca, è l’ospedale dei bambini. Stiamo lavorando per fare i drg pediatrici», vale a dire un sistema che permette di classificare tutti i pazienti dimessi da un ospedale in gruppi omogenei (diagnosis-related group, raggruppamento omogeneo di diagnosi), «perché il trattamento dei bambini non è uguale a quello degli adulti. È una mission che stiamo portando a casa».

Il Bambino Gesù è l’unico ospedale in Europa ad eseguire tutti i tipi di trapianto oggi esistenti: nel 2016 ne sono stati effettuati 339, «un traguardo lusinghiero», ha affermato il direttore sanitario Massimiliano Raponi. Anche nel campo della ricerca ha registrato una crescita continua conquistando il primo posto tra gli ospedali pediatrici italiani per livello di Impact factor (If), vale a dire il valore che misura il “peso” delle pubblicazioni scientifiche, triplicato negli ultimi 10 anni. Nel 2016 sono state pubblicate 628 ricerche, effettuati 423 studi clinici oltre a sperimentazioni di medicinali, procedure diagnostiche e terapeutiche innovative su oltre 5.300 pazienti.

Nell’ambito dei progetti di accoglienza sono state assicurate 93.120 notti gratuite a 3.700 famiglie nelle 200 stanze messe a disposizione dei genitori dei piccoli pazienti, attivate 6.500 mediazioni culturali in 43 lingue, presi in carico 102 pazienti provenienti dall’estero ed effettuate mille visite pediatriche nelle parrocchie e nei campi rom. «Dietro tanti numeri, ci sono ragazzi curati e spesso salvati – ha spiegato Enoc -, malattie senza nome diagnosticate e tanti bambini che non avrebbero potuto ricevere nessuna cura se l’ospedale non avesse aperto le porte e il cuore».

5 luglio 2017