Crollo in via della Farnesina. La Procura indaga

Il cedimento nella notte tra 23 e 24 settembre. Gli inquilini: l’ala caduta «era stata dichiarata agibile». L’accoglienza alla Gran Madre di Dio

Il cedimento nella notte tra 23 e 24 settembre. Gli inquilini: l’ala caduta «era stata dichiarata agibile». L’accoglienza nella parrocchia della Gran Madre di Dio

Dopo lo spavento iniziale è la rabbia che fa da padrona in via della Farnesina dove, nella notte tra venerdì 23 e sabato 24 settembre, è parzialmente crollata una palazzina di quattro piani al civico 5, a due passi da Ponte Milvio. Evacuati anche gli immobili al civico 3 e 7. La palazzina, che si trova davanti alla parrocchia Gran Madre di Dio, è implosa sotto gli occhi attoniti di 9 inquilini che sono miracolosamente riusciti ad abbandonare lo stabile pochi minuti prima del crollo: non ci sono né vittime né feriti. Erano gli unici rimasti in casa perché i residenti negli appartamenti ubicati nella parte anteriore dello stabile, costruito negli anni ’50 e composto da 9 abitazioni, erano stati evacuati dai Vigili del fuoco, allertati, venerdì mattina, per la presenza di alcune crepe. L’ala del palazzo crollata, invece, «era stata dichiarata agibile» ripetono come un mantra gli inquilini. «Ci avevano detto che non c’erano pericoli ed è grave che l’edificio sia stato evacuato solo in parte, potevano esserci vittime», sottolineano.

La Procura della Repubblica di Roma ha aperto un’inchiesta, al momento senza indagati, per il reato di crollo colposo. L’ipotesi che si fa strada tra i tecnici è che il crollo sia stato provocato da infiltrazioni d’acqua nelle fondamenta. «Nei giorni scorsi si era registrato un guasto idrico in zona e le condotte dell’acqua erano state chiuse a tutte queste palazzine», ricorda Ilaria Squillante, una delle inquiline. In una zona a due passi dal Tevere, non si esclude che il cedimento sia dovuto ad una falda acquifera. Al terzo piano della palazzina viveva anche Ignazio Squillante, consigliere al municipio XV per il Movimento 5 Stelle. «Quello che è accaduto è gravissimo – ha affermato -, si è verificato esattamente il contrario di quanto ci avevano detto». Con la moglie e i figli di 11 e 14 anni avevano lasciato l’appartamento nel pomeriggio di venerdì su consiglio dei Vigili del fuoco. «Mia sorella Ilaria e mio cognato Fabio erano invece rimasti nella loro abitazione – ha proseguito -; fortunatamente Fabio soffre d’insonnia ed è uscito di casa urlando, richiamando così l’attenzione degli altri condomini». «Abbiamo perso tutto – ha aggiunto la moglie -. Oltre al nostro appartamento ne avevamo un altro in affitto che ora è distrutto».

Il boato provocato dal crollo ha svegliato il quartiere: in tanti sono scesi in strada in piena notte. Tra loro anche don Luigi Storto e don Samuel Obiorah Sunday, parroco e vice parroco della chiesa Gran Madre di Dio. «Ero ancora sveglio, guardavo la televisione – ha raccontato don Luigi -. Si è sentito un forte boato, la finestra della mia camera si trova proprio difronte allo stabile crollato». «Siamo scesi in fretta, ancora in pigiama – ha aggiunto don Samuel -. Abbiamo subito aperto l’oratorio per ospitare le persone nel salone. Abbiamo dato loro quanto potevamo: coperte e scarpe, perché alcuni sono fuggiti scalzi. Il fatto che non ci siano né vittime né feriti è davvero una grande grazia, la Madonna li ha protetti».

Fino a venerdì mattina nello stabile non si era avuto nessun cedimento anzi, due anni fa a una richiesta di installazione di un ascensore era stato concesso un certificato di stabilità, come ha spiegato Riccardo Chiarinelli, amministratore di condominio della palazzina crollata. «Ora il magistrato ha stabilito il sequestro della palazzina come da prassi – ha proseguito – e farà gli accertamenti tecnici per capire se c’è stato qualche problema diverso dal cedimento strutturale del terreno». Per i condomini oltre al danno arriva la beffa perché «per la demolizione e la ristrutturazione dell’edificio ci dicono che le spese saranno a carico dei condomini» ha spiegato Chiarinelli.

26 settembre 2016