Crisi siriana, le agenzie Onu: raddoppiare l’impegno per i rifugiati

A Bruxelles quarta conferenza a sostegno della Siria. La richiesta di «soluzioni durature» per porre fine alla sofferenza della popolazione. Il rischio Covid-19

«Raddoppiare l’impegno nei confronti dei siriani e della regione». È l’appello che arriva dalle agenzie umanitarie delle Nazioni Unite (Ocha, Unhcr e Undp) in occasione della quarta Conferenza di Bruxelles a sostegno della Siria, che si svolge oggi, 30 giugno, nella Capitale belga. Un’esortazione rivolta anzitutto ai «donatori internazionale», insieme alla richiesta di solidarietà per quei Paesi che ospitano «numeri record di rifugiati» e continuano a sostenere i programmi delle Nazioni Unite in tutta la Siria e nella regione, ricercando «soluzioni durature» per porre fine alla sofferenza della popolazione.

Le tre agenzie internazionali affidano il loro appello a una nota, nella quale si evidenzia anche il rischio legato alla pandemia di Covid-19, che minaccia di destabilizzare ulteriormente la regione. I governi e gli altri donatori, si legge nel comunicato, dovrebbero«annunciare impegni per 3,8 miliardi di dollari per le Nazioni Unite e i suoi partner operanti all’interno della Siria e un piano di rifugiati e resilienza da 6,04 miliardi di dollari rivolto ai Paesi confinanti con la Siria. I due programmi sono attualmente finanziati rispettivamente al 30% e al 19%».

Nelle parole del coordinatore per i soccorsi di emergenza Mark Lowcock, «il conflitto in Siria è durato quasi quanto la prima e la seconda guerra mondiale messe insieme. Un’intera generazione di bambini non ha conosciuto altro che difficoltà, distruzione e privazione. Quasi 2,5 milioni di bambini non vanno a scuola». Per le agenzie Onu, «siamo davanti alla più grande crisi umanitaria oggi al mondo con 6,6 milioni di rifugiati, di questi oltre 5,5 milioni vivono in Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto. Dopo quasi un decennio di accoglienza – proseguono – i governi ospitanti oggi stanno cercando di garantire i servizi ai rifugiati nonostante la disastrosa crisi socioeconomica provocata dal Covid-19. Sono necessari sforzi rigorosi per aiutare i più vulnerabili e preservare la stabilità».

30 giugno 2020