Crisi, indagine Acri-Ipsos: torna la fiducia ma non al Sud
Il 2017 mostra un «lento ritorno alla normalità»: paura e preoccupazioni, pur presenti, lasciano spazio a un atteggiamento più tranquillo e fiducioso nel futuro. Permangono però forti differenze, soprattutto territoriali
Il 2017 mostra un «lento ritorno alla normalità»: paura e preoccupazioni, pur ancora presenti, stanno lasciando spazio a un atteggiamento più tranquillo e fiducioso nel futuro. Anche se permangono forti differenze, soprattutto territoriali: mentre nel Nord Ovest si registrano i principali segni di ritornata fiducia, nel Sud questi segni sono molto poco presenti, quando non del tutto assenti. Sono questi i risultati dell’indagine sugli Italiani e il risparmio, che da diciassette anni l’Acri realizza insieme a Ipsos alla vigilia della Giornata del risparmio. Alla presentazione del rapporto il numero uno delle Fondazioni, Giuseppe Guzzetti, e il sondaggista Nando Pagnoncelli.
Complessivamente, il numero dei fiduciosi sul miglioramento della propria situazione personale e’ nettamente superiore a quello degli sfiduciati (12% gli sfiduciati, 22% i fiduciosi, saldo +10 a favore di questi ultimi come lo scorso anno), anche se il 64% degli intervistati non si attende cambiamenti della propria situazione economica. Il maggior recupero di fiducia si registra tra gli individui fra i 31 e i 44 anni, con un saldo positivo superiore alla media della popolazione (+19) e un aumento di 9 punti percentuali rispetto al 2016 (era +10). La situazione economica delle famiglie mostra un trend positivo, dopo l’interruzione dello scorso anno: quelle colpite direttamente dalla crisi sono meno di una su cinque (19% contro il 28% del 2016). Questa situazione determina un netto miglioramento in termini di soddisfazione rispetto alla propria situazione economica, che torna ai massimi del periodo post-Euro. Oggi i soddisfatti superano gli insoddisfatti (sono il 56% contro il 44% di insoddisfatti), con un incremento di 5 punti percentuali rispetto al 2016.
Da un’attenta analisi emerge, però, un’Italia divisa: il miglioramento è concentrato nel Nord, soprattutto nel Nord-Ovest (oggi c’è il 69% di soddisfatti, 16 punti in più del 2016, mentre nel Nord-Est i soddisfatti sono il 64%, 6 punti in più del 2016). Il Centro e il Sud invece arretrano lievemente (-3 punti percentuali), dove i soddisfatti sono il 52% al Centro e il 43% al Sud. Inoltre si allarga la forbice tra chi se la cava e chi rimane in seria difficoltà. Rimangono, infatti, costanti coloro che si trovano in una situazione di grande insoddisfazione: negli ultimi tre anni sono stabilmente al 15%. Il 6% degli italiani dichiara che nel 2017 la propria situazione economica è migliorata, il 35% che ha mantenuto con facilità il proprio tenore di vita (nel 2016 erano il 32%), mentre sono il 42% (44% nel 2016) coloro che dichiarano di avere sperimentato qualche difficoltà nel mantenerlo. Prosegue, seppur lievemente, il calo della quota di famiglie che segnalano difficoltà serie a mantenere il proprio tenore di vita: sono il 17% (il 18% nel 2016 e nel 2015, il 23% nel 2014).
La percezione della crisi, per la prima volta, sembra attenuarsi, cosa che si riverbera su una maggiore propensione al consumo, anche a scapito del risparmio. E se l’uscita definitiva da essa (tuttora percepita come grave dall’83% degli italiani) appare ancora lontana, lo è meno dello scorso anno: ci si attende che duri ancora 4 anni e mezzo contro i 5 del 2016.
31 ottobre 2017