Crisi energetica: dal Mite il Regolamento per risparmiare sul gas
Tra le proposte contenute nel documento, il periodo di accensione del riscaldamento ridotto di 15 giorni, con un’ora in meno al giorno, e la riduzione di 1 grado. L’obiettivo: «Realizzare risparmi a livello europeo e preparasi all’eventuale stop alle forniture russe»
«Realizzare da subito risparmi utili a livello europeo a prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia». Questo l’obiettivo del Regolamento appena pubblicato dal ministero per la Transizione ecologica (Mite). Un “Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale”, elaborato per «ridurre i rischi connessi a una potenziale interruzione totale dei flussi dalla Russia durante il prossimo inverno – si legge nel documento – nonché rispondere alle richieste europee in termini di riduzione dei consumi per il periodo 2022-2023».
Si tratta, insomma, di contenere i consumi nazionali di gas. Tra le misure previste, una riduzione di 1 grado per il riscaldamento degli edifici, cioè 17 gradi – con più o meno 2 gradi di tolleranza – per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili; 19 gradi – con più o meno 2 gradi di tolleranza – per tutti gli altri edifici. Ridotto anche il periodo di accensione, che viene “tagliato” di 15 giorni, «posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio», e di un’ora «per quanto attiene la durata giornaliera. Restano escluse naturalmente, si precisa nel Regolamento, le utenze sensibili: ospedali, case di cura e così via.
Queste misure, spiegano dal Mite nel documento, «integrano il piano di diversificazione già messo in atto dal governo e servono transitoriamente a mantenere adeguati standard di sicurezza e preservare le riserve disponibili, in attesa che siano pienamente operativi i nuovi canali di importazione di gas (compreso il Gnl)». Le stime dell’impatto di tutte le misure di contenimento indicate «portano a un potenziale di circa 5,3 miliardi di metri cubi di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi di metri cubi di gas) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi di metri cubi di gas)». A tutto questo si aggiungono le «misure comportamentali da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti ai fini di un comportamento più virtuoso nei consumi».
Si tratta, si legge ancora nel Piano, di «una prima previsione di misure di contenimento, che potranno essere integrate con quelle di riduzione dei settori industriali, in particolare energivori. Al riguardo è stato aperto un confronto con Confindustria per definire contenuti e modalità di attuazione, nonché è in corso, con la collaborazione di Snam e Confindustria, un rilevamento mediante questionari delle diverse imprese interessate, al fine di determinare il potenziale di riduzione dei consumi su base volontaria/incentivata e le categorie di imprese che hanno cicli produttivi non interrompibili senza preavviso. Saranno al contempo organizzate le misure già previste dal Piano di emergenza gas nazionale, quale l’interrompibilità volontaria dei prelievi di gas e il peak shaving con Gnl».
L’insieme del contributo atteso dalle misure adottate dal Mite assieme a misure comportamentali volontarie nell’uso efficiente dell’energia «porta a una riduzione dei consumi coerente con il 15% del Regolamento Ue, pari quindi almeno a 8,2 miliardi di metri cubi di gas naturale», assicurano dal Mite. Intanto, le misure adottate per la sicurezza degli approvvigionamenti di gas e «la risposta degli operatori coinvolti hanno consentito di raggiungere al 1° settembre 2022 un livello di riempimento degli stoccaggi di circa 83%. Tale valore – si legge nel Piano -, in linea con l’obiettivo di riempimento del 90% e anche superiore, è fondamentale per disporre di margini di sicurezza del sistema gas e affrontare il prossimo inverno». Anche perché, chiariscono in una nota gli analisti di Fitch, «il blocco del gasdotto Nord Stream 1 aumenta ulteriormente la probabilità di una recessione nell’Eurozona. Il fermo completo del Nord Stream 1 – spiegano gli esperti dell’Agenzia di rating – riduce ulteriormente i già pochi margini di errore per equilibrare il mercato europeo del gas questo inverno, nonostante la strategia dell’Ue per mitigare i peggiori effetti del blocco sul mercato sia ancora credibile».
6 settembre 2022