Crisi a Roma. Becchetti: «Valorizzare il patrimonio culturale»

Per l’economista, la città paga i ritardi nelle infrastrutture ma ha molte opportunità da cogliere. Le sfide? «Rifiuti, trasporti e campi rom»

Per l’economista, la città paga i ritardi nelle infrastrutture ma ha molte opportunità da cogliere. Le sfide per il Comune? «Rifiuti, trasporti e campi rom»

«Roma ha pagato i ritardi nelle infrastrutture e non ha valorizzato abbastanza il turismo e il suo patrimonio culturale». L’economista Leonardo Becchetti, docente all’Università Tor Vergata, indica gli aspetti che non hanno consentito alla Capitale di reggere l’impatto della crisi economica. «Tanto che il gap con Milano è cresciuto e diverse aziende hanno preferito spostarsi nel capoluogo lombardo». Secondo Becchetti, però, «Roma può recuperare valorizzando le sue particolarità, come i beni culturali, sbloccando sia gli investimenti sia i cantieri e migliorando i collegamenti».

Quali fattori hanno determinato la crisi a Roma negli ultimi anni?
La crisi è stata globale. Tutti i territori in Italia ne hanno risentito. Roma in maniera particolare. Il settore culturale, come indica il recente rapporto di Symbola, rappresenta con il suo indotto il 15 % del Pil del nostro Paese. Roma è tra le città che producono di più ma non abbastanza per i tesori di cui dispone. Per quanto riguarda la parte industriale, è importante il distretto di Pomezia, il settore farmaceutico, ma la città ha perso molta ricchezza nelle partecipazioni statali e nel mondo bancario e finanziario. Non hanno funzionato negli ultimi anni neppure le municipalizzate e i servizi. La loro qualità rispetto a Milano è inferiore e il divario è aumentato anche nelle infrastrutture. Sono diversi i casi di aziende che lasciano la Capitale per spostarsi proprio nel capoluogo lombardo…Credo che dipenda molto dai collegamenti e dai trasporti. Lì tutto funziona meglio, questo significa ridurre i costi di gestione. Se anche una tv come Sky, che fa un servizio giornalistico, non ha un vantaggio a stare nel luogo dove si producono le notizie politiche, che è Roma, deve far pensare.

Quali sono le sfide per l’amministrazione comunale?
Sono stati sviluppati progetti ambiziosi soprattutto in tre ambiti: la raccolta differenziata dei rifiuti, la riduzione del trasporto su gomma e la chiusura dei campi rom. Su questi tre punti si vedrà se l’amministrazione riuscirà a fare un passo avanti.

Secondo lei in che modo è possibile uscire da questa crisi?<
Credo che oggi ogni territorio debba sfruttare il suo genius loci, cioè quel vantaggio particolare che ha avuto in dono. E Roma ha il patrimonio culturale. È vero che la competizione nel settore turistico non manca ma proprio per questo motivo bisogna offrire servizi di qualità. È chiaro che lo sviluppo di una città non può essere affidato solo al settore turistico. Oggi a proposito di smart city e sostenibilità ambientale si possono fare grandi progressi. La rigenerazione urbana è un tema importante ma Roma deve superare alcuni ritardi, come quelli legati alle difficoltà di costruire infrastrutture.

Negli ultimi anni migliaia di romani hanno perso il posto di lavoro. A quale situazione si va incontro?
La concentrazione degli eventi di crisi nella Capitale è l’onda lunga degli effetti globali. Il problema del commercio causato dall’online non riguarda solo Roma ma tutto il mondo. Roma avrà pure una concentrazione di ricadute della crisi, ma ha anche enormi possibilità di recupero e una miniera di opportunità che vanno colte.

10 luglio 2017