Crescono le proteste in Russia contro la mobilitazione parziale annunciata da Putin

Fuga da Mosca e manifestazioni spontanee, dopo il discorso alla nazione. Oltre mille le persone arrestate. Il presidente Usa Biden: «Minacce nucleari spericolate e irresponsabili». Stoltenberg (Nato): «Gli Alleati aumentino la produzione militare»

Esauriti in poche ore i voli di sola andata da Mosca per destinazioni estere. Manifestazioni di piazza in almeno 38 città del Paese. E almeno 1.026 persone arrestate. È il bilancio della giornata di ieri, 21 settembre, in Russia, dopo il discorso del presidente Putin alla nazione che annunciava la «mobilitazione parziale», con la chiamata alle armi di 300mila militari riservisti. «Nella sua aggressiva politica anti-russa, l’Occidente ha superato ogni limite», le parole del capo del Cremlino, che ha assicurato l’utilizzo di «tutti i mezzi a nostra disposizione», avvisando quanti stanno cercando di usare il «ricatto nucleare» contro la Russia che «le carte in tavola possono essere rivoltate contro di loro. Non sto bluffando», ha aggiunto. Ancora, ha assicurato «il sostegno» di Mosca a quei territori dell’Ucraina che hanno annunciato il referendum per l’adesione alla Russia.

«Minacce nucleari spericolate e irresponsabili». Il presidente Usa Joe Biden, intervenendo alla 77ª Assemblea generale Onu che si sta svolgendo a New York, ha stigmatizzato così le parole di Putin, aggiungendo che Mosca, componente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, «ha vergognosamente violato i principi base della Carta delle Nazioni Unite, mirando a sopprimere lo stesso diritto dell’Ucraina a esistere. Una guerra nucleare – ha ribadito – non può essere vinta e non dovrebbe mai essere combattuta». Anche per il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, il presidente russo ha usato «una pericolosa e incauta retorica nucleare. Lui sa bene che una guerra nucleare non può essere vinta e avrebbe conseguenze senza precedenti per la Russia. Inoltre – ha continuato, riferito al fronte orientale – la Nato sta aumentando la sua presenza, per rimuovere qualsiasi equivoco a Mosca». E ancora: «Noi faremo in modo che non ci siano equivoci a Mosca sulla serietà dell’uso di armi nucleari – ha assicurato -. Stiamo parlando con i nostri Alleati ma anche con l’industria della difesa per aumentare la produzione militare, di armi e munizioni, perché dobbiamo rimpiazzare i nostri stock per assicurare la difesa dei territori Nato ma anche per continuare a sostenere l’Ucraina», le parole del segretario Nato.

Intervistata dalla Cnn, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha affermato che l’Ue è pronta a «imporre ulteriori costi economici alla Russia e alle persone e alle entità all’interno e all’esterno della Russia che la sostengono, politicamente o economicamente. Mentre la Russia si muove verso un’economia di guerra piena – ha aggiunto -, proporremo anche ulteriori controlli sulle esportazioni sulla tecnologia civile». Per Von der Leyen, «il presidente Putin ora sta mostrando la sua debolezza», tanto da indire anche «falsi referendum sul suolo sovrano ucraino». E sui referendum per l’annessione alla Russia di 4 regioni sotto il controllo turco in Ucraina si è espresso anche il ministro degli Esteri della Turchia – Paese che non ha mai riconosciuto l’annessione da parte di Mosca della penisola ucraina della Crimea, nei primi mesi del conflitto scoppiato nel 2014 – definendoli «illegittimi»

Nella serata di ieri intanto si è tenuta una riunione straordinaria del Consiglio Esteri dell’Unione europea mentre dagli Usa un alto dirigente dell’amministrazione Biden, in un breafing, ha osservato che con i referendum farsa nel Donbass Putin sta costruendo un altro «pretesto legale», dal momento che se passassero ogni tentativo dell’Ucraina di riprendere quei territori sarebbe visto come un attacco diretto alla Russia, aprendo la strada a tutte le opzioni. «Stiamo mandando un messaggio molto chiaro alla Russia sulle conseguenze dell’escalation – ha aggiunto -. Questo non significa che siamo ciechi di fronte alle dinamiche che potrebbero portare a un’escalation”, ha aggiunto. Da parte sua, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rispondendo a una domanda sulla minaccia nucleare di Putin, ha affermato: «Non credo che userà queste armi. Non credo che il mondo gli consentirà di impiegarle».

22 settembre 2022