Covid: cresce l’incidenza tra i no vax

Bartoletti (Fimmg): «Bisogna far capire a chi non intende vaccinarsi che c’è un prezzo da pagare». Il vaccino, «l’unica arma a disposizione. Con efficacia testata»

In aumento l’incidenza settimanale dei contagi a livello nazionale, in tutte le fasce di età, specie nella popolazione 0-19 anni. I no vax ricoverati in terapia intensiva tra l’8 ottobre e il 7 novembre rappresentano il 64% del totale e i non vaccinati deceduti tra il 24 settembre e il 24 ottobre sono il 45,3%. Detto in altre parole, il numero dei pazienti che non hanno effettuato il vaccino anti Covid ricoverati in terapia intensiva è circa sette volte più alto di quello dei vaccinati con ciclo completo e il tasso di decesso nei non vaccinati è circa nove volte più alto rispetto a chi ha ricevuto le due dosi di farmaco. I nuovi dati del Report di sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità (Iss), diffuso il 17 novembre e che completa il monitoraggio settimanale, parlano chiaro: «Negli ultimi 30 giorni in Italia si osserva una maggiore incidenza di casi diagnosticati nella popolazione non vaccinata».

Numeri che lasciano poco spazio ai dubbi. «Bisogna mettere in sicurezza i non vaccinati facendo capire loro che non si sta parlando di una sicurezza in senso astratto ma di quella della propria salute», ribadisce Pier Luigi Bartoletti segretario provinciale Roma e vice segretario nazionale Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale). Il Covid-19 è un virus «infido» che colpisce «gravemente soprattutto i non vaccinati». Se si intende arginare il rischio di una pericolosa quarta ondata, Bartoletti consiglia «caldamente» il vaccino e suggerisce di «evitare la circolazione tra persone immunizzate e quelle non vaccinate». In tal senso afferma che sarebbe «più severo» perché il contatto tra coloro che hanno completato l’iter vaccinale e chi non ha effettuato neanche la prima somministrazione espone questi ultimi «a un rischio che a oggi non è calcolabile. Il coronavirus dà l’illusione di scomparire per poi comparire in modo più martellante». I bollettini diffusi quotidianamente dimostrano che «chi ha preso con leggerezza la campagna vaccinale adesso ne paga le conseguenze. Bisogna far comprendere a chi non intende vaccinarsi che c’è un prezzo da pagare».

Bartoletti non nasconde che anche tra i suoi pazienti qualcuno è contrario al vaccino. «Hanno motivazioni irrazionali – specifica -. Non c’è nessun motivo per non farlo, anzi, non aderire alla campagna vaccinale è un’imprudenza. Vaccinarsi vuole dire, in primo luogo, fare del bene a se stessi, ma anche alle persone con le quali si entra in contatto, ai propri cari. Il rimorso di aver contagiato gli altri rimane per sempre». Pensando a specifici casi «molto tristi» in cui un no vax per portare avanti la sua «ideologia» ha provocato gravi conseguenze, il segretario Fimmg rimarca che «il vaccino è l’unica arma oggi a disposizione. È nostro compito fare il possibile per diminuire i contagi e in Italia lo abbiamo fatto in maniera estensiva. Il vaccino è l’unica soluzione proposta con un’efficacia testata. Chi ha sperato che la pandemia con il tempo diluisse e diventasse meno forte oggi fa i conti con la realtà».

Il medico si dice «preoccupato» anche dai numeri relativi all’influenza stagionale. Già nella prima metà di ottobre tutte le patologie tipiche dei periodi più freddi «sono aumentate in forma significativa». Oltre al Covid bisogna fare i conti con l’influenza che, con le restrizioni in atto, come lo smart working, lo scorso anno non è circolata. «Bisogna ricorrere alla vaccinazione antinfluenzale – dice – per evitare che si sommino i malati di Covid con quelli dell’influenza».

In questi mesi, osserva infine Bartoletti, è cambiata molto la quotidianità del medico di famiglia. Professione che fa i conti anche con la carenza del personale, perché «molti colleghi hanno deciso di lasciare lo studio per andare a lavorare negli hub vaccinali». Inoltre, numerose analisi cliniche per varie patologie sono state trascurate durante la pandemia e oggi «se ne pagano le conseguenze con lunghe attese per le visite». Anche l’accoglienza del paziente è stata completamente riorganizzata. Alle visite e alle prescrizioni di routine, dice Bartoletti, si sono aggiunte «le telefonate, le mail, i messaggi whatsapp, le richieste di Green pass e di consigli sui vaccini anti-Covid da farsi inoculare e di farmaci da assumere per i sintomi post vaccinazione».

23 novembre 2021