Covid, Ciccozzi: «Oggi virus più contagioso. Importante informare sul vaccino»

L’epidemiologo del Campus Bio-Medico riflette sulla situazione di settembre: «Possiamo aspettarci un aumento contenuto dei contagi ma non si raggiungeranno i numeri dello scorso anno». Sulla terza dose, «Europa attendista»

Da ieri, 1° settembre, il Green pass – già obbligatorio dal 6 agosto scorso per poter accedere a luoghi che presentano un elevato rischio di assembramenti e di trasmissione del coronavirus, come ristoranti, cinema e palestre – deve essere esibito anche sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza e verrà richiesto al personale scolastico di ogni ordine e grado nonché agli studenti universitari che vogliano frequentare in presenza le lezioni. Si tratta di «uno strumento necessario» perché ad oggi, in Italia, «abbiamo il 70,50% della popolazione vaccinato, cioè che ha ricevuto le due dosi del vaccino, completando così l’iter, ma per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge occorre arrivare almeno all’80 se non all’85%». Fino al raggiungimento di quella soglia, «a cui speriamo di arrivare per la fine di settembre, occorre continuare ad osservare le misure di contenimento, mantenendo la distanza e utilizzando la mascherina, ma soprattutto insistendo perché anche gli incerti ricorrano alla vaccinazione». A dirlo è Massimo Ciccozzi, ordinario di Statistica medica ed epidemiologica molecolare all’Università Campus Bio-Medico di Roma, che con il virologo Arnaldo Caruso, ordinario di microbiologia clinica all’Università di Brescia, ha identificato la variante italiana.

Professore, con settembre riprendono i ritmi pieni del lavoro e riaprono le scuole. Quali scenari dobbiamo attenderci rispetto alla diffusione del virus?
Penso che potremo avere un aumento dei contagi legato al rientro dei vacanzieri di agosto ma non noteremo questo incremento nel numero dei contagiati prima della metà di settembre. È bene dirlo e spiegarlo: l’aumento dei casi al ritorno dalle vacanze di tante persone non è automatico né istantaneo. Possiamo quindi aspettarci un aumento contenuto. Per fortuna non si raggiungeranno i numeri dello scorso anno e non avremo gli ospedali in affanno perché quest’anno abbiamo il vaccino che ci tutela in questo senso. Del resto, il 90% dei ricoveri ospedalieri e nelle terapie intensive riguarda persone non vaccinate ed ecco perché è importante continuare ad insistere affinché quei 4 milioni di persone di età compresa tra i 50 e i 70 anni, che rappresentano una fascia particolarmente a rischio, si vaccinino.

Come fare per vincere tentennamenti e titubanze nei confronti della vaccinazione?
Credo che sia necessario informare in modo chiaro, fornendo dati e informazioni evidenti e certi. Le persone non sono esperte di questi temi, fanno altri mestieri e quindi è inutile offrire loro stime e statistiche. A mio avviso va detto con chiarezza quali sono i rischi e quali i benefici del vaccino, va detto che se ti vaccini non rischi di morire. Vanno offerti dei contenuti semplici e concatenati in modo logico, come se si spiegasse il procedimento di una ricetta culinaria e si dovessero fornire le dosi esatte degli ingredienti necessari da utilizzare, così da poter gustare il piatto finale più buono possibile.

Fuor di metafora, cosa deve essere chiaro a tutti dello stato attuale della pandemia da Covid-19?
Deve essere chiaro che quello che circola oggi è un altro virus rispetto al primo, quello di Wuhan di due anni fa. Si tratta di una forma molto più contagiosa, dalle 6 alle 8 volte più contagiosa, un po’ quanto lo è la varicella. Questa condizione si verifica perché per sua natura il virus muta per induzione del nostro sistema immunitario, che cerca di respingerlo e di combatterlo, e più mutazioni fa, più si adatta all’ospite che ha infettato, con l’unico scopo di riprodursi in lui all’infinito. Perciò, per semplificare, possiamo dire che il virus non ha alcun interesse a uccidere il suo ospite. Noi epidemiologi vediamo che dalle mutazioni che sta facendo, questo coronavirus ha iniziato un buon adattamento all’ospite e quindi diventerà via via sempre meno importante ed endemico. Per prevenirlo faremo dei richiami del vaccino, che magari poi in futuro consiglieremo solo a certe categorie di persone, come avviene ora per il vaccino antinfluenzale.

Qual è la situazione rispetto alla terza dose di vaccino?
Ci sono risultati molto promettenti. Sembra che la risposta degli anticorpi sia altissima e questo dipende dalla memoria immunologica che, stimolata dalla seconda dose, dopo la terza si attiva, fornendo uno stimolo immediato e altissimo. A mio avviso andrebbe somministrata in maniera preventiva alle persone più fragili e alle persone più a rischio oltre che agli operatori sanitari. Dopo aver analizzato i dati si valuterà se si potrà dare a tutti quanti. La terza dose potrebbe proteggere per un anno secondo gli israeliani, che con gli americani hanno avviato il richiamo del vaccino mentre l’Europa sta mantenendo, giustamente, a mio avviso, perché è bene avere dei riscontri e dei risultati scientifici in merito, una posizione più attendista.

2 settembre 2021