Covid, Ciccozzi: «Nessun allarme. Servono solo prudenza e attenzione»

L’epidemiologo del Campus Bio-Medico commenta i dati più recenti, che segnalano un incremento di contagi e ricoveri. «Il mondo è cambiato dopo la pandemia e dovremmo cambiare anche noi con le nostre abitudini». L’indicazione: buon senso con le persone fragili

L’estate volge al termine e l’arrivo dell’autunno torna a far analizzare i dati relativi al Covid-19, con la paura che la ripresa delle attività scolastiche e lavorative riattivi i contagi, quadruplicati nelle ultime 4 settimane, secondo i dati della Fondazione Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze (Gimbe): da 5.889 a 30.777, con anche i ricoveri in area medica triplicati e un incremento di decessi. Tuttavia Massimo Ciccozzi, ordinario di Statistica medica ed epidemiologica molecolare all’Università Campus Bio-Medico di Roma, che con il virologo Arnaldo Caruso, ordinario di microbiologia clinica all’Università di Brescia, ha identificato la variante italiana del virus, invita a «non generare allarme né terrore» e usa l’immagine delle «onde che si infrangono sul bagnasciuga, una dietro l’altra e quando la precedente si esaurisce ne arriva una dopo, a volte anche più alta», per spiegare che «la nuova variante dipende dalle mutazioni del virus», che diffondendosi «fa semplicemente il suo lavoro».

È stata la bella stagione, che implica viaggiare e spostarsi di più, a portare ai dati attuali, professore?
Certo, la gente si è mossa e ha girato di più, ha incontrato più persone e preso più mezzi e nessuno nei posti affollati pensa di usare la mascherina mentre sarebbe utile farlo su metro, aerei e treni. Va capito che il mondo è cambiato dopo la pandemia e che dovremmo cambiare anche noi con le nostre abitudini ma non c’è un allarme da lanciare, serve solo un invito alla prudenza e all’attenzione.

Dunque la variante Eris non deve spaventare?
No, non mi preoccuperei eccessivamente. Si tratta di una variante di Omicron, con la stessa contagiosità e lo stesso livello di pericolosità, e non è scientificamente provato che intacchi i polmoni. C’è stato un team giapponese che ha condotto uno studio, non pubblicato e quindi non valido scientificamente, che sostiene che colpisca le cellule polmonari ma, ripeto, non c’è riscontro scientifico, solo empirico. La variante che si discosta invece dal punto di vista immunologico, con oltre 34 mutazioni, è quella denominata Pirola, che elude l’antigenico ma non “buca” il vaccino e quindi la nostra memoria immunologica.

Vaccino che allo stato attuale va consigliato a quali categorie di persone?
Sicuramente alle persone più fragili e agli anziani sopra i 60 anni, anche se io, per persone che godono di buona salute e che vivono una vita attiva, alzerei il limite di età a 70 anni, ma vanno seguite le indicazioni del ministero. Ci vuole prudenza e più di tutto buon senso con le persone fragili perché vanno protette in quanto con questa variante, che di per sé produce naso tappato, tosse, febbricola e in alcuni casi mal di testa, potrebbero anche morire. La sintomatologia lieve va quindi evitata a queste persone più fragili, proteggendole, cioè usando la mascherina quando si sta con loro, anche a 2 metri di distanza, così da evitare il contagio, mentre il vaccino evita la sintomatologia più grave.

Come comportarsi invece nelle scuole ora che il ritorno in classe potrebbe favorire il contagio tra i più giovani?
È impensabile tornare all’uso delle mascherine per i bambini e i ragazzi, significherebbe tornare indietro di due anni. La mascherina può usarla l’insegnante, che è biologicamente più provato degli alunni. La cosa importante è che si rimanga a casa con la febbre e anche con febbricola a 37.5: si tratta di rispetto e di civiltà sanitaria o di sanità civica. Per il resto, se guardiamo ai dati dello scorso anno in questo stesso periodo notiamo che si tratta di un processo fisiologico per i contagi dovuto all’arrivo di una nuova variante, per cui le curve saliranno ma non avranno i picchi che abbiamo conosciuto in passato. La differenza tra Covid-19 e influenza è che quest’ultima è stagionale, da novembre a febbraio, il Covid no e dunque, di fatto, dovremmo avere paura tutti i giorni di tutti i mesi dell’anno.

21 settembre 2023