Covid-19, l’allarme dei vescovi Usa sui nativi americani

I presuli denunciano «tassi di contagio sproporzionatamente alti e mancanza di risorse». La richiesta: proteggere i popoli indigeni «lavorando coi leader delle tribù»

I vescovi americani lanciano un grido d’allarme sul numero di nativi americani che stanno morendo per il coronavirus e che vengono contagiati ogni giorno. «Abbiamo il cuore spezzato dalle notizie sulle comunità indigene che stanno soffrendo per la pandemia con tassi sproporzionatamente alti e siamo preoccupati per la mancanza di risorse sufficienti per rispondere alla crisi, soprattutto per i membri della comunità Navajo».

Il Covid-19 infatti sta esacerbando le disparità di accesso ai servizi sanitari e le disuguaglianze sociali che da tempo affliggono le comunità indigene, dove mancano finanziamenti adeguati per il supporto di servizi specifici a loro destinati. I vescovi americani elogiano i recenti sviluppi legislativi che assegnano risorse aggiuntive alle comunità indigene e invitano il governo ad agire velocemente nel far giungere gli aiuti ai singoli membri. «Imploriamo i legislatori e i funzionari del governo – l’appello – di proteggere la vita e la dignità dei popoli indigeni lavorando con i leader delle tribù, in modo da garantire un forte sostegno e ampie risorse per proteggere le loro comunità dalla minaccia del Covid-19».

A partire dal 6 maggio, il virus ha infettato più di 2.654 persone nel territorio Navajo, che ha riportato un bilancio di 85 morti, e non si contano ancora i residenti in altre contee. La mancanza di acqua pulita e corrente, una dieta americanizzata, un accesso minimo ai servizi sanitari, assenza di negozi alimentari nella riserva, la povertà, l’alcolismo e la contaminazione da uranio del territorio erano già una minaccia alla salute della popolazione, che ora si trova piegata dal virus. «La Chiesa – concludono i vescovi – sta sviluppando modi per promuovere la forza, la carità e il sostegno a coloro che sono malati e alle famiglie di coloro che sono morti, attraverso le nostre parrocchie, missioni e scuole cattoliche, in modo da mantenere legami stretti con le comunità indigene».

15 maggio 2020