Corridoi umanitari: nuovi arrivi dal Libano

Atterrati a Fiumicino 70 siriani; altri 14 in arrivo il 3 dicembre. Saranno accolti in 12 regioni d’Italia e accompagnati nel percorso di integrazione

Un altro corridoio umanitario si è aperto dal Libano. Sono atterrati questa mattina, 29 novembre, a Fiumicino con un volo proveniente da Beirut 70 rifugiati siriani, da tempo ospitati nei campi profughi della Valle della Bekaa e del nord Libano, che negli ultimi mesi hanno sofferto un peggioramento delle loro condizioni di vita non solo a causa della pandemia ma anche della gravissima crisi politica, economica e sociale che sta attraversando il Paese dei Cedri. A loro si aggiungeranno altre 14 persone, il cui arrivo è in programma per il 3 dicembre, che porteranno quindi il totale a 84 rifugiati, tra cui 39 minori. A rendere possibile il loro arrivo, l’esperienza dei corridoi umanitari promossi da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e Tavola Valdese, in accordo coi ministeri dell’Interno e degli Esteri, che dal febbraio 2016 hanno portato in salvo nel nostro Paese oltre 2.050 persone. Complessivamente in Europa con i corridoi umanitari sono giunti in modo legale e in piena sicurezza 4.042 richiedenti asilo.

I nuclei familiari arrivati oggi saranno accolti da associazioni, come la Comunità Papa Giovanni XXIII, da parrocchie e comunità in dodici regioni italiane: Lazio, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino. Dopo un primo periodo di quarantena, nel rispetto delle normative anti Covid, verranno avviati in un percorso di integrazione. I minori saranno immediatamente iscritti a scuola; per gli adulti invece è previsto il sostegno nell’apprendimento della lingua italiana e, una volta ottenuto lo status di rifugiato, l’inserimento nel mondo del lavoro.

I corridoi umanitari, interamente autofinanziati dalla raccolta fondi di Sant’Egidio e dall’8 per mille della Tavola valdese, vengono realizzati «grazie a una rete di accoglienza diffusa», rivendicano gli enti promotori. Proprio per questo «rappresentano un modello efficace, che coniuga solidarietà e sicurezza, tanto da essere stati replicati in altri Paesi come Francia, Belgio e Andorra», riferiscono.

29 novembre 2021