Corridoi umanitari: a Fiumicino altri 52 migranti dal Libano

Molti i siriani; 34 i minori. La proposta di Sant’Egidio: l’Italia faccia valere la direttiva Ue sulla protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati

Molti i siriani; 34 i minori. La proposta di Sant’Egidio: l’Italia faccia valere la direttiva Ue sulla concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati

Sorridono tutti. E mettono bene in vista per i fotografi il cartellino che portano appuntato sulle magliette. “Corridoi umanitari”, c’è scritto. Grazie all’iniziativa portata avanti da Comunità di Sant’Egidio, Tavola valdese e Federazione delle chiese evangeliche in Italia, questa mattina, martedì 4 luglio, sono arrivati a Fiumicino altri 52 migranti, in gran parte siriani, di cui 34 minori. Sono stati scelti dal personale delle tre organizzazioni da un campo profughi in Libano, in base al criterio di vulnerabilità su cui si fonda il progetto: ci sono quindi persone vittime di violenze o di torture, famiglie con disabili, anziani, bambini. Anche una piccola in attesa di un trapianto di rene, che è stata subito trasferita in una struttura ospedaliera di Torino.

«Benvenuti – li ha salutati il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo -. Voi da oggi siete nostri concittadini in tutto e per tutto. Voi siete nuovi italiani. L’Italia è felice di accogliervi e di darvi un futuro, un futuro fatto di condivisione, di vita comune; fatto di speranza». All’aeroporto erano presenti anche il viceministro degli Esteri Mario Giro e Manuela Vinay, in rappresentanza delle Chiese protestanti italiane. L’occasione giusta per parlare di politiche migratorie, nelle stesse ore in cui l’Austria schiera mezzi corazzati al confine del Brennero. L’Italia, è la proposta lanciata da Impagliazzo, potrebbe far valere la direttiva dell’Consiglio dell’Unione europea 2001/55, che riguarda la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati. La direttiva europea del luglio 2001, ha spiegato il presidente di Sant’Egidio, «prevede che in caso di afflussi massicci di sfollati, ed è il caso di questi giorni, l’Europa ripartisca chi arriva in un Paese nei vari territori e dia loro protezione umanitaria, saltando così la grande questione di Dublino. C’è una proposta in piedi, speriamo che venga accolta. Certamente non è alzando nuovi muri che si risolvono i problemi».

La considera «un’ottima idea» il vice ministro Giro. Sulla questione migratoria, ha detto, «non c’è solo il silenzio un po’ ipocrita dell’Europa. Non ci sono solo le domande senza le risposte, ma c’è qualcosa che si muove grazie alla società civile. Sono convinto che questo problema si risolve mettendo in moto le energie migliori delle istituzioni e della società civile». Guardare «i volti e i sorrisi di questi bambini», ha concluso il vice ministro, dimostra che «possiamo fare tutto senza allarmismi, senza consumare energie nelle direzioni sbagliate, ma stringendoci per mano, cercando anche di risolvere i problemi insieme, i nostri e quelli di chi viene». Grazie al progetto dei corridoi umanitari, partito a febbraio dello scorso anno, sono arrivate legalmente in Italia più di 850 persone, senza alcun costo per lo Stato. Un modello replicabile, tanto che anche la Francia ha adottato lo stesso progetto ecumenico: per domani, mercoledì 5 luglio, è in programma l’arrivo del primo gruppo di 16 persone dal Libano all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi.

4 luglio 2017