Coronavirus, Villani: «Importante vaccinare gli under 16»

Il direttore di Dipartimento emergenza e accettazione e Pediatria generale del Bambino Gesù dopo il via libera dell’Aifa: «È l’unica arma efficace di cui disponiamo»

Dal 3 giugno al via la vaccinazione anti Covid anche per gli under 16. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) infatti ha approvato l’estensione del vaccino Comirnaty (BioNTech/Pfizer) alla fascia 12-15 anni, lasciando alle singole Regioni l’organizzazione di questa nuova tappa della campagna vaccinale. Per Alberto Villani, direttore del Dipartimento di Emergenza, accettazione e pediatria generale dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, si tratta di una scelta importante, «per almeno tre motivi», spiega all’Agenzia Sir.

Il primo motivo per cui è importante vaccinare i ragazzi è «per proteggerli. Se è vero che nei ragazzi la frequenza di decessi e forme severe è decisamente più rara che nell’età adulta e negli anziani, non si può escludere», chiarisce. Lo dimostrano i dati di alcuni Paese con condizioni assistenziali «meno favorevoli», come India e Brasili, dove sono morte diverse migliaia di under 18. «L’abbinamento Covid-fragilità è ad altissimo rischio, sia nell’età anziana sia nei bambini e lo abbiamo purtroppo toccato con mano anche noi con la morte, in Italia, di una trentina di ragazzi under 18 con importanti comorbidità – prosegue ancora l’espero -. In un caso su mille, si sviluppa inoltre una complicanza legata al Covid: la cosiddetta Mis-C, sindrome infiammatoria multisistemica, dove C sta per children (bambini), malattia grave che rende necessarie le terapie intensive».

Il secondo motivo, spiega ancora Villani al Sir, afferisce alla sfera della sicurezza generale. «Parliamo di un’ampia fascia di popolazione: i ragazzi sotto i 16 anni sono circa 7-8 milioni. Se noi lasciamo questa fascia interamente scoperta il virus continuerà a circolare, a perfezionarsi e a sviluppare nuove varianti. Dobbiamo tentare di chiudergli tutte le porte. Due motivi già sufficienti a far comprendere l’importanza della vaccinazione: è documentato che chi si vaccina non muore e non ha necessità di cure intensive; può in teoria contrarre l’infezione, ma in forma lieve». Da ultimo, «occorre ricordare che ad oggi non abbiamo una cura per l’infezione da Sars-CoV-2; riusciamo a gestire i pazienti con terapie, sostegni come l’ossigeno, assistenza intensivistica ma non abbiamo ancora farmaci risolutivi. La vaccinazione – conclude Villani – è l’unica arma concreta ed efficace di cui disponiamo».

Al momento l’unico vaccino autorizzato per gli under 16 è BioNTech/Pfizer ma «ce ne sono altri in fase iniziale di trial per ottenere l’approvazione all’uso in fasce di età pediatrica anche più basse. Possiamo ragionevolmente pensare – ancora le parole dell’esperto – che tra qualche mese disporremo di più vaccini ed è auspicabile si possano vaccinare in sicurezza anche ragazzi con meno di 12 anni». Specie quelli con comobidità, per i quali, «più che per gli altri», questa vaccinazione è «salvavita».

3 giugno 2021