Coronavirus: verso la proroga dello stato d’emergenza

La spinta voluta dal premier Draghi: all'orizzonte l'ipotesi del limite al 31 marzo. Sale intanto l'incidenza dei no vax nelle terapie intensive mentre dal 15 dicembre scatta l'obbligo vaccinale per personale scolastico - docente e non -, forze di polizia e militari

Ancora tre mesi: il tempo che serve per uscire dalla stagione invernale. È al vaglio del governo l’ipotesi di una proroga dello stato d’emergenza dovuto alla pandemia di Covid-19 dal 31 dicembre al 31 marzo 22. Una decisione sulla quale spinge per primo il premier Mario Draghi, che il Consiglio dei ministri potrebbe vagliare già nel pomeriggio di oggi, 14 dicembre. Favorevoli il  il leader del M5sGiuseppe Conte e il segretario del Pd Enrico Letta. Attendista il leader della Lega Matteo Salvini. Contraria Giorgia Meloni, alla guida di Fratelli d’Italia.

A sollecitare la decisione dell’esecutivo anche molti presidenti di Regione, a cominciare dal governatore dell’Emila Romagna Stefano Bonaccini, secondo cui «lo stato di emergenza garantisce rapidità d’intervento e dunque il governo non lo dovrebbe abbandonare». Nelle parole del presidente del Veneto Luca Zaia «il contesto dell’ultimo miglio è quello determinante per la decisione: vedremo cosa accadrà il 31 dicembre – aggiunge -, perché in zona rossa la vedo dura dire che la proroga non serva».

Lo stato di emergenza è regolato dalla legge 225 del 1992, che ha istituito il Dipartimento nazionale della Protezione civile, poi aggiornata nel 2018 da un decreto legislativo in cui si dice che questo strumento «non può superare i 12 mesi ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi». L’ultima proroga dunque è quella che scade il 31 dicembre 2021, con la possibilità di arrivare fino al 31 gennaio del 2022. La richiesta di prorogare lo stato di emergenza fino a dopo l’inverno richiederebbe quindi un largo consenso politico, un passaggio in Parlamento e una legge apposita.

Dagli Stati Uniti intanto arriva il monito: «Evitate di andare in Italia», a motivo di un livello d’allarme «molto alto». Per i Centri federali sanitari Usa, l’Italia è tornata tra le destinazioni a rischio a causa della pandemia: hanno elevato il livello d’allarme a 4, il più alto. «A causa della attuale situazione in Italia – avvertono – anche i viaggiatori pienamente vaccinati possono essere a rischio di prendere o diffondere le varianti del Covid».

Il 16 dicembre poi prendono il via le vaccinazioni anti Covid nella fascia pediatrica 5 – 11 anni in tutta Italia, ad eccezione del Lazio, dove si parte un giorno prima con un “V-day” che vede coinvolti lo Spallanzani e altri 8 hub vaccinali. Oltre 40mila le prenotazioni registrate in Lombardia in soli 2 giorni; 7.600 in Emilia Romagna; 3.300 in Campania. Nel Lazio sono bastate due ore per raggiungere, nel giorno di apertura delle prenotazioni, il 13 dicembre, quota 19mila prenotazioni.

Domani invece, 15 dicembre, l’obbligo vaccinale contro il Covid si estende, oltre che al personale sanitario e delle rsa, anche al personale amministrativo che lavora in sanità, ai docenti e agli amministrativi della scuola, ai militari, alle forze di polizia e di soccorso pubblico. Per tutte queste categoria la vaccinazione – compresa la terza dose – costituisce requisito essenziale per l’esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative. Per chi non ottempera all’obbligo è prevista l’immediata sospensione dal diritto di svolgere l’attività lavorativa, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per il periodo di sospensione, non la retribuzione non è dovuta. La sospensione è efficace fino alla comunicazione da parte dell’interessato al datore di lavoro dell’avvio e del successivo completamento del ciclo vaccinale primario o della somministrazione della dose di richiamo. La comunicazione deve avvenire comunque non oltre il termine di 6 mesi dalla entrata in vigore del decreto Super Green pass.

14 dicembre 2021