Coronavirus, Siti: recuperare le dosi di vaccino non utilizzate

Tra le raccomandazioni della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica anche «chiudere coorte 65-79 anni il più rapidamente possibile»

Diffuse dalla Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti)  alcune raccomandazioni redatte in collaborazione con un panel multidisciplinare di esperti con competenze in epidemiologia, malattie infettive ed immunologia. L’obiettivo: migliorare l’efficacia, l’efficienza e l’equità della campagna vaccinale anti Covid-19. La prima è effettuare una sola dose di vaccino a coloro che abbiano sviluppato l’infezione da Sars-CoV-2 da meno di quattro mesi. In questo caso infatti la presenza di anticorpi ancora circolanti è ritenuta sufficiente per posticipare la vaccinazione. «In questo modo – spiegano dalla Siti – si eviterebbe la somministrazione della seconda dose su soggetti sui quali gli effetti della stessa non sono chiari; contemporaneamente si assicurerebbe un risparmio di almeno due milioni di dosi di vaccino da poter subito impiegare nella vaccinazione di soggetti che non hanno un’immunità preesistente e che potrebbero trarre maggior beneficio dalle dosi vaccinali».

La seconda raccomandazione: recuperare la 7° dose dal flaconcino Pfizer e l’11° dose dal vaccino Moderna e dal vaccino AstraZeneca con l’utilizzo di siringhe di precisione e personale adeguatamente preparato. Viene evidenziata «la necessità di garantire la diffusione di questa pratica, già attuata con successo da alcuni Dipartimenti di prevenzione italiani nell’80% dei flaconcini – si legge nella nota diffusa dalla Siti -. Si tratta di una forte raccomandazione basata sugli elementi disponibili e sul giudizio del panel di esperti».

Da ultimo, la terza raccomandazione: «Chiudere la coorte 65-79 anni il più rapidamente possibile con l’offerta di una prima dose di vaccino Pfizer/BioNtech o Moderna e posticipare la seconda dose a 2 mesi; contemporaneamente, mantenere le due dosi per le coorti over 80 e le due dosi per le categorie dei “super-fragili” (come risposta alla vaccinazione, soggetti immunodepressi), che sarebbero invitate alla vaccinazione contestualmente alle coorti 65-79 anni». Alcune fonti scientifiche, spiegano gli esperti, mostrano che «un livello di protezione efficace dopo la prima dose esiste (inizialmente stimata pari all’80%) anche per i citati vaccini a mRNA, tuttavia non è chiaro quale sia la durata della risposta e della protezione. Pur non essendo certo il livello di protezione vaccinale oltre i termini previsti dall’attuale schedula vaccinale, tale scelta – aggiungono – porterebbe alla possibilità di copertura vaccinale della popolazione 65-79 entro maggio-giugno 2021; aumenterebbe le dosi a favore della popolazione a rischio (over 80 e immunodepressi) con riduzione dei ricoveri e anche una riduzione (minore) di mortalità; si ridurrebbero anche i tempi di completamento della campagna vaccinale».

2 marzo 2021