Coronavirus, scuola a rischio per sempre per quasi 10 milioni di bambini

L’allarme, su scala mondiale, lanciato da Save the Children nel rapporto. «Emergenza educativa senza precedenti». La richiesta: investire nell’apprendimento

Investire urgentemente nell’istruzione. A chiederlo a gran voce ai governi e ai donatori della comunità internazionale è Save the Children, nel rapporto globale “Save our education – Salvate la nostra educazione”, diffuso oggi, 13 luglio. «Per la prima volta nella storia dell’umanità un’intera generazione di bambini a livello globale ha dovuto interrompere la propria istruzione», si legge nel rapporto. Il motivo: la chiusura delle scuole imposta tra le misure di contenimento del coronavirus, nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria, che ha lasciato fuori 1,6 miliardi di bambini, pari a circa il 90% dell’intera popolazione studentesca. 

A oggi, illustrano da Save the Children, «sono 1,2 miliardi gli studenti colpiti dalla chiusura delle scuole; prima dell’emergenza erano molto meno di un quarto, 258 milioni. I profondi tagli al budget per l’istruzione e la crescente povertà causati dalla pandemia di Covid-19 potrebbero costringere ameno 9,7 milioni di bambini a lasciare la scuola per sempre entro la fine di quest’anno, mentre milioni di altri bambini avranno gravi ritardi nell’apprendimento». Un cammino, quello per garantire la scuola per tutti i bambini entro il 2030, che «era già a rischio e non aveva registrato significativi progressi – evidenziano dall’organizzazione – ma l’emergenza Covid-19 rischia di consegnare a una generazione di bambini un futuro fatto solo di povertà».

Secondo i dati contenuti nel rapporto, prima dello scoppio dell’emergenza 258 milioni di bambini e adolescenti erano già fuori dalla scuola. Secondo l’indice di vulnerabilità – che considera tasso di abbandono scolastico precedente all’emergenza, diseguaglianze di genere e di reddito tra i bambini che lasciavano la scuola e numero di anni di frequenza scolastica – Save the Children stima che in 12 Paesi – Niger, Mali, Chad, Liberia, Afghanistan, Guinea, Mauritania, Yemen, Nigeria, Pakistan, Senegal e Costa d’Avorio – il rischio di incremento di abbandono scolastico è estremamente elevato. In altri 28 Paesi il rischio è comunque elevato o moderato. Un pericolo comunque «ancora più concreto per le ragazze rispetto ai ragazzi, molte delle quali potrebbero essere costrette al matrimonio precoce». Lo dimostrano i dati: nell’analisi dell’organizzazione, «sono 9 milioni le bambine in età di scuola primaria che rischiano di non mettere mai piede in una classe, a fronte di 3 milioni di bambini».

Il Ceo di Save the Children Inger Ashing parla di «emergenza educativa senza precedenti. I governi – aggiunge – devono investire urgentemente nell’apprendimento, mentre al contrario siamo a rischio di impareggiabili tagli di bilancio, che vedranno esplodere le disparità esistenti tra ricchi e poveri e tra ragazzi e ragazze. Se permettiamo che questa crisi educativa si aggravi – conclude -, le conseguenze sul futuro dei bambini saranno gravissime. La promessa che il mondo ha fatto di garantire a tutti i bambini l’accesso a un’istruzione di qualità entro il 2030, sarà irrealizzabile per molti anni».

13 luglio 2020