Coronavirus, Salesiani: India «allo stremo»

La campagna di aiuti per gli slum di Delhi. Padre Akkilettu: «La seconda ondata è violentissima». Ospedali in crisi. Il piano di azione per i più vulnerabili

Le parole di padre Biju Akkilettu, dei Figli di Don Bosco in India, arrivano direttamente dalla pagina web delle Missioni Don Bosco. «La seconda ondata di Covid-19 in India e in particolare a Delhi è violentissima – racconta -. Ogni telefonata che riceviamo è una disperata richiesta di aiuto o viene fatta per informarci della morte di qualcuno. Abbiamo perso molti dei nostri amici e parenti del personale. Pochi membri dello staff sono critici – aggiunge – ma molti sono risultati positivi». A «travolgere» il Paese è la variante indiana del virus. «Le autorità sanitarie – informa il religioso – non hanno ancora accertato se la nuova grave ondata sia dovuta a una variante più contagiosa o se alle riaperture premature e agli eventi sportivi e religiosi che hanno coinvolto milioni di persone». Di fatto, negli ultimi giorni sono stati riscontrati più di 400mila casi e circa 3.500 morti al giorno: il numero più alto registrato a oggi in tutto il mondo dall’inizio della pandemia.

«Nella Capitale tutti gli ospedali sono in crisi – continua padre Biju -, non si trovano letti disponibili, le persone sono ammassate nei corridoi, mancano le attrezzature e l’ossigeno. È una situazione davvero grave, stiamo cercando di fare del nostro meglio per raggiungere le persone in tutti i modi possibili». Un «disastro sanitario», insomma, nel quale, sulla base delle richieste di aiuto che arrivano ogni giorno, i Salesiani hanno preparato «un piano di azione di emergenza a sostegno delle persone vulnerabili in questo contesto di disastro sanitario. Vi chiediamo di supportarci: anche una considerazione parziale di questo progetto potrebbe salvare la vita di molte persone».

In concreto, quello dei Salesiani dell’India è un appello a contribuire per fornire pacchi alimentari e kit sanitari in diciotto slum di Delhi, megalopoli da più di 16 milioni di abitanti. «Un pacco alimentare costa 20 € – dice il religioso – ed è composto da varie cose, tra cui 10 kg di riso, 3 kg di lenticchie, 10 kg di farina, 2 litri di olio, 2 kg di zucchero e poi sale, tè, biscotti». Ma è possibile contribuire anche a un pacco sanitario, del costo di 50 euro, che contiene «2 mascherine ffp2, 1 termometro digitale, 1 saturimetro, 3 blister di paracetamolo, 3 blister di compresse di vitamina C e materiali igienizzanti».

6 maggio 2021