Coronavirus, Ricciardi: «In Italia nessun allarme specifico»

Il docente della Cattolica, rappresentante dell’Italia nell’Executive Board dell’Oms per il triennio 2017-2020, fa il punto sulla diffusione del virus cinese. «Autorità sanitarie e ministero della Salute si sono attivati tempestivamente»

Nell’ultima settimana è il termine più googlato su Google Trends, lo strumento che permette di conoscere la frequenza di ricerca sul web di una determinata parola. Roma è tra le cinque città con maggior numero di accessi ai browser per avere informazioni. Parliamo del coronavirus, il virus cinese che secondo gli ultimi dati aggiornati dalle autorità cinesi ha causato finora 106 morti, di cui 100 nella sola provincia di Hubei, con 1.300 nuovi casi di contagio registrati. Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica del Sacro Cuore e rappresentante dell’Italia nell’Executive Board dell’Organizzazione mondiale della sanità per il triennio 2017-2020,  fa chiarezza sulla situazione sottolineando che «nessun caso è stato registrato in Italia».

Professore qual è la situazione attuale?
Al momento tutti i pronto soccorso sono pieni. Gli accessi sono dovuti alla normale influenza ma anche alla paura generata dalla confusione e dalle notizie che circolano in rete ma è bene sottolineare che attualmente non esiste nessun allarme specifico. Le autorità sanitarie nazionali, e il ministero della Salute in Italia, si sono attivate tempestivamente.

Entrando nello specifico cosa è il coronavirus e come si trasmette? Quali sono i sintomi?
È una infezione insidiosa perché di fatto il virus è abbastanza contagioso. È chiaramente più aggressiva dell’influenza ma non è come la Sars di qualche anno fa. Non è una patologia da sottovalutare ma individuata adeguatamente in tempo e curata non risulta grave come la Sars. L’influenza può mietere più vittime. La brutta notizia è che può trasmettersi anche senza sintomi, cioè una persona non sintomatica che non ha la febbre può trasmettere il virus. La buona notizia è che il virus non è particolarmente aggressivo, le condizioni di salute delle persone che vengono colpite sono generalmente discrete. Chiaramente bambini e anziani sono sempre più a rischio perché hanno un sistema immunitario un po’ più debole rispetto agli adulti, però questa patologia colpisce anche persone sane e ha fatto vittime anche tra il personale sanitario.

Quali sono i sintomi?
I sintomi sono quelli tipici di una influenza e questa colpisce le vie respiratorie. Quindi febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Le misure adottate in questo momento dalle autorità internazionali, e in particolare da quelle cinesi, sono assolutamente adeguate a circoscrivere il virus. Non bisogna certamente sottovalutare la situazione ma niente facili e inutili allarmismi. Le voci allarmistiche riferite ai cittadini cinesi che vivono in Italia sono assolutamente destituite da ogni fondamento perché gli unici soggetti che possono essere infetti sono quelli che vengono dalla zona colpita.

Qual è il periodo di incubazione?
È un periodo piuttosto lungo, di circa due settimane, 14-15 giorni. È bene evidenziare che in Italia non sono arrivati cinesi provenienti dalle zone colpite, in questo periodo. Nel momento in cui è scattato l’allarme sono stati bloccati i viaggi. Il primo caso – per maggiore chiarezza – risale al 1° dicembre. Le autorità cinesi si sono messe in moto il 31 dicembre. Siamo abbondantemente oltre il periodo di incubazione. Il problema vero è in Oriente, dove tra il 1° e il 31 dicembre ci sono state diverse mobilità. In Europa i casi sono limitatissimi. Uno è stato registrato in Germania, due casi sospetti in Francia, nessuno in Italia e in Gran Bretagna, dove ci sono i voli diretti con la Cina. Quindi si può stare ragionevolmente tranquilli che questo contagio di massa non c’è stato.

Come proteggersi?
Per quanto riguarda l’influenza stagionale il modo migliore per prevenirla è vaccinarsi e siamo ancora in tempo perché non si è registrato ancora il picco, che probabilmente sarà a febbraio. Con il vaccino si evita l’influenza e anche la paura e il rischio di confondere la sindrome da coronavirus con una normale influenza. Non correre in pronto soccorso al primo sintomo ma solo nei casi più gravi. Poi lavarsi sistematicamente le mani, evitare luoghi affollati e naturalmente evitare di recarsi nelle zone colpite.

28 gennaio 2020