Coronavirus, Rezza (Iss): il caso in Germania non cambia le misure

L’eventualità di un «contagio secondario» era tra quelle ritenute possibili, «l’importante è essere pronti a reagire». L’Ue: approccio coordinato

È di ieri, 28 gennaio, la notizia di un caso di coronavirus registrato in Germania. «L’eventualità che anche in Europa si verifichi un contagio secondario, dovuto cioè al contatto con una persona infetta, come avvenuto appunto in Germania, era fra quelle ritenute possibili, e non comporta un cambiamento delle misure da prendere per arginare l’epidemia già in atto», commenta Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss). Non si può escludere il contatto con persone provenienti dalla Cina, osserva, ma «è ancora presto per sapere con che frequenza e in che condizioni questo possa avvenire. L’importante è essere pronti a reagire con le misure di isolamento per le persone infette da coronavirus 2019-nCoV e di ricerca e monitoraggio di altri soggetti eventualmente a rischio».

Rezza fa il punto anche sulle misure mese in campo dall’Italia, dal primo screening all’arrivo in aeroporto, «che è fondamentale», fino alla possibilità di intervenire anche in momenti successivi, «con tutte le regioni che sono allertate». Ancora, per chiarire ogni dubbio il ministero ha istituito il numero verde 1500, «che risponde anche in cinese e può dare le indicazioni del caso anche a chi ritiene di aver avuto contatti a rischio». Riguardo poi alla stima dei casi potenziali di coronavirus, il direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Iss osserva che «è ancora presto per avere delle curve epidemiche basate sull’insorgenza dei sintomi: quelle che abbiamo ora sono fatte utilizzando le notifiche, che possono arrivare anche a distanza di tempo dall’inizio dell’infezione. Sulla base di queste gli esperti fanno delle stime basandosi su dei modelli matematici che fanno delle assunzioni, e sono quindi passibili di errori. Nelle prossime settimane – prosegue – si dovrebbero avere dati più certi». Anche il numero di casi e di morti di cui si parla in questi giorni «è probabilmente sottostimato, anche perché quelli resi pubblici sono solo i casi confermati mentre molti sospetti devono ancora essere analizzati e finiranno quindi nei “conti” dei prossimi giorni, anche se l’infezione è ancora in atto».

Davanti alle fake news e alle tante notizia infondate che emergono in questi giorni, insieme alle più varie e ormai usuali «teorie complottiste», anche Rezza rinnova l’invito ad affidarsi a fonti affidabili per reperire sia le informazioni che le indicazioni su come comportarsi: «Il ministero della Salute e l’Iss hanno sui propri siti tutte le indicazioni che è possibile dare in questo momento sulla base dei dati scientifici di cui disponiamo».

Sempre nella giornata di ieri, 28 gennaio, si è riunito per la terza volta il Comitato europeo per la sicurezza sanitaria. Al centro dell’incontro, le misure di prevenzione e risposta contro il coronavirus che gli Stati membri devono adottare per prepararsi a un eventuale contagio. L’invito è quello a un approccio coordinato a livello europeo: la Commissione ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare infatti ha invitato tutti gli Stati membri a continuare a fornire informazioni sulle misure di accesso alla diagnosi e sullo screening . Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) comunque rassicura: resta moderata la probabilità di infezione da 2019-nCoV per i visitatori di Wuhan, epicentro dell’epidemia, e per i cittadini europei residenti o in visita nell’area.

29 gennaio 2020