Coronavirus, per la prima volta i dimessi superano i nuovi casi

Attualmente sono 106.848 le persone positive e 57.576 quelle guarite. Franco Locatelli (Consiglio superiore di sanità): l'indice di contagiosità si attesta tra 0,5 e 0,7%. «Ci vorranno mesi per la commercializzazione dei vaccini»

Ha parlato di numeri «particolarmente confortanti» il capo dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli, nella conferenza stampa di ieri sera, 23 aprile, per fare il punto sulla situazione della pandemia in Italia. «Per la prima volta – ha riferito – il numero dei dimessi e guariti supera il numero dei nuovi casi riscontrati nel nostro Paese. I casi totali sono 189.973, con un incremento rispetto a ieri di 2.646, mentre i dimessi e guariti sono 3.033 in più rispetto a ieri, per un totale di 57.576». Ancora, prosegue anche l’alleggerimento della pressione sulle strutture ospedaliere: il dato della conferenza di ieri è di 106.848 persone positive, con un calo di 851 pazienti rispetto al giorno precedente. «Di questi – ha aggiunto Borrelli – 2.267 sono in terapia intensiva, 117 in meno rispetto a ieri, e 22.871 sono ricoverati con sintomi, 934 in meno rispetto a ieri». Registrati anche, nella giornata di ieri, 23 aprile, 464 nuovi deceduti.

Angelo Borrelli, protezione civilePer quanto riguarda i casi attualmente positivi, la maggior parte – 81.710 pazienti, pari al 76% – è in isolamento domiciliare «senza sintomi o con sintomi lievi». 1.052.577 le persone sottoposte a tampone, con un un numero totale di test effettuati pari a 1.579.909. Solo nella giornata di ieri ne sono stati eseguiti 66.658. Borrelli ha aggiornato anche sulle donazioni alla Protezione civile: «Abbiamo raggiunto la cifra di 129.889.634 euro», di cui più di 71 milioni di euro sono già stati utilizzati per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e di ventilatori per le strutture ospedaliere. Rispetto alla chiamata per individuare operatori sociosanitari da destinare agli istituti penitenziari e alle residenze sanitarie assistenziali per disabili e case di cura per anziani, «abbiamo avuto oltre 20.491 domande », ha detto ancora il capo della Protezione civile, mentre per il personale medico «abbiamo ricevuto 691 domande» per la call aggiuntiva. Personale, ha precisato Borrelli, «che invieremo immediatamente nei luoghi in cui ci sarà bisogno».

Franco Locatelli, consiglio superiore di sanità, 2020Intervenuto in conferenza stampa anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css). «Oggi – ha evidenziato – è il quarto giorno consecutivo in cui il numero dei soggetti positivi è in calo». Non solo: «In quattro regioni fortunatamente non si è registrato alcun decesso, mentre in altre 2 c’è stato un solo decesso». Fatta eccezione per un’unica giornata, a partire dal 5 aprile, ha riferito il presidente del Css, «tutti i giorni c’è stata una riduzione del numero dei pazienti ricoverati; dal 3 di aprile, costantemente, ogni giorno, c’è stata una riduzione del numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva. Il 3 di aprile eravamo a 4.068 casi, oggi siamo 2.267». Per quanto riguarda l’indice di contagiosità, il cosiddetto R0, «si attesta tra 0,5 e 0,7» a seconda delle regioni, ha proseguito. I dati saranno forniti nel dettaglio dall’Istituto superiore di sanità nella giornata di oggi, 24 aprile.

Nell’intervento di Locatelli, anche il tema del vaccino. Rispetto alla «virtuosa competizione» per identificarne uno efficace”, «oggi – ha detto – abbiamo evidenza che per due potenziali vaccini negli Stati Uniti, uno in Inghilterra, uno in Germania e uno in Cina vi è una fase avanzata di sviluppo». Questo, ha immediatamente precisato, «non vuol dire affatto imminenza di commercializzazione» ma «messa a punto di approcci vaccinali in grado di sviluppare una risposta immunologica protettiva per chi verrà sottoposto al vaccino». Al momento non si sa ancora se saranno in grado di fornire una «protezione permanente» o se si dovranno studiare «strategie di ripetizione dello stimolo vaccinale finché non si riesce ad ottenere l’eliminazione dell’epidemina da Sars-Cov-2». In ogni caso, ha chiarito Locatelli, ci vorranno ancora «mesi prima di pensare alla commercializzazione di questi vaccini».

24 aprile 2020