Oms: il coronavirus, «grave minaccia globale»

Parla il direttore generale Ghebreyesus: «Serve roadmap concordata ispirata a solidarietà. Tutti insieme per salvare vite». Il bilancio dei morti salito a 1.018. In Italia pronti a controlli nelle stazioni ferroviarie. Verso il rimpatrio del 17enne bloccato in Cina

Le autorità sanitarie di Pechino aggiornano la conta dei morti: 1.018, a fronte dei 43.118 casi totali di contagio nel mondo, di cui il 99% in Cina.  La commissione sanitaria nazionale ha specificato che 103 delle ultime 108 vittime sono state registrate nella provincia di Hubei, focolaio del virus. Sono invece saliti a oltre 42 mila i contagi. Sono i dati del coronavirus diffusi ieri, 11 febbraio, quando si apriva a Ginevra il Forum globale di ricerca e innovazione dedicato all’epidemia da coronavirus 2019-nCoV organizzato e promosso dall’Organizzazione mondiale della sanità, che riunisce fino a oggi 400 tra i maggiori esperti mondiali: membri della comunità scientifica, ricercatori di agenzie sanitarie pubbliche di diversi Stati, esperti di regolamentazione, bioeticisti con esperienza nella ricerca in casi di emergenza. L’obiettivo: mobilitare l’azione internazionale e consentire l’identificazione delle carenze di conoscenze-chiave e delle priorità di ricerca per contribuire al controllo del coronavirus 2019-nCoV.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, dorettore generale OMS«Con il 99% dei casi di contagio in Cina, il coronavirus rimane un’emergenza per il Paese ma rappresenta una grave minaccia per il resto del mondo”», ha dichiarato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. Nelle sue parole, «è difficile credere che solo due mesi fa, il coronavirus, che ha catturato l’attenzione dei media, dei mercati finanziari e dei leader politici, fosse completamente sconosciuto». L’auspicio è quindi che dall’incontro in corso a Ginevra possa scaturire come risultato «una roadmap concordata che guidi ricercatori e donatori. Ma la linea da seguire – ha ammonito Ghebreyesus – è: solidarietà, solidarietà, solidarietà».

Agli esperti il direttore generale Oms ha rivolto anche un monito: «Pubblicazioni, brevetti e profitti non sono ciò che conta di più adesso. Ciò che conta di più è fermare l’epidemia di 2019-nCoV e salvare vite. Con il vostro supporto, è ciò che possiamo fare insieme». Quindi ha assicurato che l’Organizzazione mondiale della sanità continuerà a impegnarsi per «garantire un accesso equo ai prodotti sanitari per le popolazioni che ne hanno bisogno e lavorerà per garantire che l’accesso sia sempre parte di tutti gli sforzi di ricerca e sviluppo».

In Italia intanto il capo della Protezione civile e commissario per l’emergenza coronavirus Angelo Borrelli non esclude la possibilità di estendere i controlli sanitari negli aeroporti anche alle stazioni ferroviarie. «Se ci sarà bisogno – ha detto -, siamo pronti. In Italia abbiamo monitorato 511mila persone in tre giorni e abbiamo trovato soltanto otto persone con la febbre, quindi siamo rassicurati ma certo nel resto del mondo i casi aumentano e noi dobbiamo essere preparati». Nel frattempo, si sta organizzando il rimpatrio di Niccolò, il ragazzo italiano di 17 anni bloccato in Cina perché, al momento del primo rimpatrio degli italiani da Wuhan, aveva la febbre. «Sarà in Italia a breve», ha assicurato il vice ministro della Salute Pierpaolo Sileri.

12 febbraio 2020