Coronavirus: la vaccinazione dei bambini, opportunità per affrontare la pandemia

Al via le prenotazioni per i piccoli dai 5 agli 11 anni. Valentini (Gemelli): «Comprensibile l'esitazione ma i casi pediatrici ci sono e possono essere anche gravi. Avere i vaccini e non utilizzarli per tutti è come lasciare abbozzata un'opera d'arte: incomprensibile e senza senso»

Da oggi, 13 dicembre, sono aperte nel Lazio le prenotazioni per la vaccinazione dei bambini dai 5 agli 11 anni, fascia di età nella quale l’incidenza dell’infezione risulta 6 volte superiore rispetto alle fasce di età già vaccinate, dato che «attualmente i bambini sono un terreno di coltura per il virus proprio perché sono scoperti dalla protezione del vaccino». A dirlo è Piero Valentini, docente di Pediatria all’Università Cattolica e responsabile dell’Unità di Malattie infettive pediatriche della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma.

Professore, la vaccinazione dei più piccoli è quindi raccomandata e importante.
Sì, è un’ulteriore opportunità per affrontare il momento della pandemia che stiamo vivendo. Si è fatta forse meno attenzione all’età pediatrica perché fin dall’inizio si è ripetuto come un mantra che i bambini erano meno o poco colpiti dal Covid e tuttavia nel tempo si è visto che l’incidenza dei casi pediatrici, che è sicuramente inferiore rispetto ad altre fasce di età, c’è e colpisce anche bambini molto piccoli, che hanno meno di un anno, e non è scevra da pericoli. I casi pediatrici di infezione da coronavirus ci sono e possono essere anche gravi. Bisogna poi tenere conto che il tempo ci ha insegnato che il Covid può avere effetti a lungo termine, attraverso meccanismi mediati dal nostro sistema immunitario, comportando una serie di disturbi che stiamo studiando.

Come rassicurare chi si dimostra incerto e titubante rispetto alla vaccinazione dei bambini?
Le proiezioni ci dicono che da parte almeno del 50% dei genitori c’è esitazione per la vaccinazione dei propri figli. Da un lato penso che questo sia abbastanza naturale perché è un atteggiamento di protezione dovuto all’apprensione per l’uso di nuovi farmaci, dall’altro a ciò contribuisce quella serie di fake news che si sono generate a riguardo perché spesso quando si pensa ai vaccini sperimentali il pensiero corre ai topolini e alle cavie da laboratorio. Si dimenticano così però i grandi passi avanti che sono stati fatti nel campo delle vaccinazioni e il sistema rivoluzionario che interessa i vaccini a mRna, come Pfizer, che verrà utilizzato per i più piccoli. I vaccini, nel momento in cui entrano in commercio e vengono quindi usati sull’uomo, hanno ottenuto l’imprimatur degli organismi regolatori, sulla base di ragionevoli sicurezze. La riluttanza di fronte ad un vaccino disponibile, che ci permette di far circolare meno un virus – sebbene con minore aggressività e patogenicità -, avendo quindi meno mutazioni e una maggiore protezione, soprattutto delle fasce più fragili, appare incomprensibile.

I genitori potrebbero pensare di attendere a vaccinare i bambini, così che intanto venga raggiunta la cosiddetta immunità di gregge.
La considerazione è quanto mai opportuna perché è importante chiarire che l’immunità di gregge si ottiene solo quando almeno il 95% della popolazione è protetta da un patogeno. Si tratta, com’è evidente, di una percentuale molto elevata e va ricordato che ci sono gruppi consistenti di persone che scelgono di non sottoporsi al vaccino. Laddove anche tutta la popolazione adulta fosse coperta dal vaccino e rimanessero scoperti solo i bambini, il virus circolerebbe allora tra loro. Si insiste molto sul concetto di protezione dei bambini ma la protezione è un bene comune, di tutti, ed è qualcosa di reciproco. I cosiddetti “no vax”, che vantano di non essersi contagiati, devono ricordare che ciò è possibile perché il virus si diffonde meno grazie alle tante persone che al vaccino hanno creduto. Vorrei che ancora più persone si fidassero dei medici e si affidassero a loro. Avere a disposizione i vaccini che, lo ripeto, permettono di smorzare il virus, e non utilizzarli per immunizzare tutti, è come lasciare abbozzata un’opera d’arte: risulta incomprensibile e senza senso.

13 dicembre 2021