Coronavirus, i pediatri del Lazio: vaccinare gli under 16

Oltre 50mila le dosi già somministrate ai ragazzi nella regione ma ancora non basta: alla riapertura delle scuole «non saremo pronti se non ci vacciniamo tutti»

«Tra poco riapriremo le scuole e non saremo pronti se non ci vacciniamo tutti». Teresa Rongai, segretario della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) del Lazio, lancia l’allarme riguardo alla vaccinazione anti Covid dei più giovani. «Sono oltre 50mila le dosi già somministrate agli under 16 nella regione ma ancora non basta», avverte. Parole, le sue, che arrivano al termine di un anno molto complesso, sia dal punto di vista organizzativo che da quello psicologico-sanitario, vissuto in prima linea dai pediatri di libera scelta della Fimp Lazio.

La medicina del territorio, filtro e barriera nel contrasto alla pandemia di Covid-19, si trova ora ad affrontare un nemico che diventa sempre più “veloce”, spiegano. «Ora – prosegue Rongai – dobbiamo combattere le varianti. Se io sono vaccinato ed entro in contatto con la variante Delta posso prendere il raffreddore ma non replico il virus e dopo qualche giorno il virus muore – chiarisce -. Nei giorni in cui il virus non è ancora morto, io entro in contatto con una persona X; se la persona è vaccinata accade esattamente quello che è accaduto a me e di conseguenza in questo modo il virus non si replica e muore, altrimenti il virus continua a fortificarsi, passando da una persona all’altra e in questo modo muta e così si creano nuove varianti».

Di qui il richiamo all’esigenza di una vaccinazione il più possibile diffusa anche tra i ragazzi. «Dobbiamo ritenerci fortunati – conclude il segretario Fimp Lazio – perché siamo gli unici insieme a Stati Uniti e Israele che stanno permettendo a questa fascia di età di accedere alle vaccinazioni gratuitamente, grazie al Sistema sanitario italiano che è pubblico e rimane il nostro fiore all’occhiello».

20 luglio 2021