Coronavirus e web: dal Bambino Gesù i consigli a misura di bambini e ragazzi

Sensibilmente passato il tempo trascorso ogni giorno davanti a uno schermo. Nel nuovo numero di “A scuola di salute” le indicazioni per sfruttarlo al meglio

Social media e giochi ma anche didattica a distanza, con tanto di compiti e interrogazioni. Nell’emergenza sanitaria legata al coronavirus è sensibilmente aumentato il tempo che ogni giorno bambini e ragazzi trascorrono davanti a uno schermo e in rete. Se ne parla nel nuovo numero di “A scuola di salute“, il magazine digitale a cura dell’Istituto per la Salute del Bambino Gesù, diretto da Alberto G. Ugazio, con l’obiettivo di aiutare genitori e insegnanti a essere consapevoli di regole e caratteristiche della rete e dello spazio digitale per sfruttare il web per le sue caratteristiche migliori, evitandone i rischi.

Il primo tema affrontato è quello della socializzazione. In mancanza di un ritrovo quotidiano come la scuola – e non solo -, spiegano gli esperti del Bambino Gesù, bambini e ragazzi hanno trasferito buona parte della loro socialità sul web, attraverso social network e piattaforme di messaggistica istantanea. «Secondo un recente report del Parlamento europeo, la crescita dell’uso degli strumenti digitali per stare insieme agli altri può però avere conseguenze negative: in primo luogo, la possibile perdita di alcune relazioni e la sostituzione di relazioni esistenti», si legge nel magazine. Rifugiarsi negli strumenti digitali per stare agli altri, insomma, «potrebbe portare bambini e adolescenti a trascurare gli affetti di tutti i giorni, per esempio con i familiari o con gli amici più vicini a casa». Non solo. «Secondo alcuni studi l’uso dei social network può portare a sensazioni di isolamento e solitudine negli adolescenti».

Per quanto riguarda i videogiochi, gli specialisti dell’ospedale pediatriche si richiamano a numerose ricerche secondo le quali, «soprattutto se usati la sera, possono peggiorare la qualità e la durata del sonno, e di conseguenza possono avere un effetto negativo anche sui risultati scolastici. Più recentemente – osservano – i ricercatori si sono focalizzati sull’effetto dei videogiochi sull’aggressività. Anche in questo caso, quasi tutti gli studi hanno mostrato che chi gioca a videogiochi violenti tende ad avere dei comportamenti violenti». L’aspetto positivo è che «non tutti i videogiochi sono uguali. Alcuni – inclusi quelli che si giocano prevalentemente online – possono anche stimolare delle competenze positive ed utili: la cooperazione, il lavoro di squadra, la condivisione, la capacità di risolvere i problemi, e anche le capacità empatiche. Sta ai genitori – è la conclusione – seguire il bambino nella scelta e nell’uso dei videogiochi».

Secondo un recente studio britannico, si passano tra televisione, console per i videogame, smartphone e pc fino a 13 ore al giorno, quasi due terzi del tempo di veglia. Il distanziamento fisico ha inoltre aumentato la necessità di utilizzare la rete anche per lavorare o, nel caso dei più piccoli, andare a scuola, socializzare e passare il tempo. La visione delle piattaforme di intrattenimento online, per esempio, viene spesso utilizzata per contrastare la noia che i bambini e i ragazzi provano nel trascorrere tutto il giorno in casa. «Per i più piccoli, tuttavia, non sempre annoiarsi è negativo – sottolineano gli specialisti del Bambino Gesù -. Secondo una serie di studi pubblicati negli ultimi anni, la noia è un momento di crescita, che favorisce, tra le altre cose, lo sviluppo dell’immaginazione». Annoiarsi, in altre parole, «è come dedicare del tempo solo a sé stessi e stimola a trovare soluzioni creative per inventarsi qualcosa da fare, da soli o insieme a genitori e fratelli».

Stando ai dati Unesco, sono circa un miliardo gli studenti costretti a casa dall’emergenza Covid-19. Si è quindi reso necessario attivare su larga scala gli strumenti per la didattica on-line o a distanza (dad). «Pur rappresentando una risorsa enorme per un grandissimo numero di persone, specie in quelle parti del mondo dove altrimenti non avrebbero accesso all’istruzione, la migliore dad non sarà comunque mai in grado di sostituire l’insegnamento in presenza. Se grazie a internet e alla tecnologia del web bambini e giovani hanno a disposizione molte opportunità di conoscenza e apprendimento, oltre che di socializzazione e divertimento, compito essenziale degli insegnanti – rimarcano – è educare la loro consapevolezza critica e la capacità di selezionare le fonti, cercando comunque sempre di integrare questi nuovi preziosi strumenti con le risorse dell’insegnamento tradizionale».

30 dicembre 2020