Coronavirus, Conte: 7,5 miliardi per famiglie e imprese

Rinviato il referendum sul taglio ai parlamentari. Scuole chiuse: in prossimità della scadenza del 15 marzo «valuteremo l’impatto che ha avuto la misura»

«Abbiamo stanziato l’importo di 7,5 miliardi a sostegno delle famiglie e delle imprese che stanno affrontando questa emergenza che, come abbiamo dichiarato, non è soltanto sanitaria ma anche economica». Nella conferenza stampa di ieri pomeriggio, 5 marzo, a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte ha parlato di «un’iniziativa assunta dal governo che comporta anche un passaggio parlamentare perché si tratta di uno scostamento, rispetto a quelli che sono gli obiettivi programmatici di finanza pubblica. Riteniamo di dover assumente in un contesto così emergenziale misure straordinarie, urgenti», ha detto, anche perché «siamo consapevoli della responsabilità che incombe su di noi». A dimostrarlo, il presidente del Consiglio ha riferito di aver distribuito ai ministri le proposte arrivate dai partiti all’opposizione. «Questo – ha spiegato – non significa che c’è una indistinzione di ruoli, il governo è pienamente consapevole della responsabilità che ha nella guida del Paese in questo momento, però chiediamo l’unità e coinvolgiamo le forze di opposizione su quelle che sono le scelte più importanti ed è giusto avere i loro suggerimenti e valutarli». Il Consiglio dei ministri, ha proseguito il premier, ha deliberato anche il rinvio a data da destinarsi del referendum costituzionale in programma per fine mese, relativo al taglio dei parlamentari.

Accanto al premier, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che ha spiegato che «con questi 7,5 miliardi nel decreto su cui stiamo già lavorando realizzeremo misure per incrementare le risorse destinate al Servizio sanitario pubblico, al sistema della Protezione civile e alle forze dell’ordine per assicurare la necessaria dotazione di strumenti e mezzi per fornire al meglio assistenza alle persone colpite dalla malattia e applicare tutte le politiche di contenimento, prevenzione e mitigazione del rischio». Ancora, il ministro ha assicurato che «ci saranno misure che ci consentiranno di sostenere i redditi, salvaguardare l’occupazione, potenziare gli ammortizzatori sociali. Nessuno deve perdere il lavoro per il coronavirus». Previste anche «misure di sostegno alle aziende dei territori e dei settori che subiscono l’impatto sia delle misure di contenimento del virus sia delle sue conseguenze dirette e indirette sull’economia», ha garantito Gualtieri, aggiungendo che «ci sarà una misura per sostenere con un sistema di garanzie una moratoria dei crediti alle imprese da parte del sistema bancario».

Si lavorerà in questi giorni perché «già la settimana prossima, non appena il Parlamento avrà votato e autorizzato lo scostamento, si possa avere il decreto immediatamente operativo e poter stanziare immediatamente queste risorse che sono significative e ci consentono di far fronte alle conseguenze economiche del coronavirus. Sappiamo che anche questo secondo decreto non esaurisce gli interventi necessari a sostenere e rilanciare l’economia – ha rilevato Gualtieri -. Il governo è al lavoro sia sul piano delle misure interne per accelerare lo sblocco degli investimenti già stanziati e per introdurre misure di sostegno alla crescita, ma anche sul fronte internazionale per definire una risposta concertata e coordinata a livello europeo che utilizzi anche la leva dello stimolo di bilancio fiscale per rispondere in modo adeguato alle conseguenze economiche di questa emergenza». Da ultimo il ministro ha affermato che «stiamo lavorando per assicurare tempestività delle risposte e, al tempo stesso, per preparare le condizioni di una generale iniziativa europea di politica economica».

In conferenza stampa Conte è intervenuto anche sul tema della sospensione delle attività didattiche in tutto il territorio nazionale. In prossimità della scadenza attualmente fissata l 15 marzo, ha detto, «con un certo anticipo per evitare incertezza, torneremo a fare un aggiornamento» anche per valutare «l’impatto che hanno avuto queste misure». Una «scelta non facile», nelle parole del premier, quella della chiusura delle scuole, sia per le ricadute organizzative nella vita delle famiglie e delle imprese sia per l’immagine data all’estero da un Paese che chiude le scuole. «In questo momento non lo so neanche io», ha aggiunto, se ci sarà o meno una proroga della sospensione. «Dobbiamo sempre ragionare nel segno della adeguatezza e proporzionalità con l’obiettivo di contenimento della diffusione del contagio».

6 marzo 2020