Coronavirus, Commissione Ue: «Patto europeo» per la riapertura sicura

La proposta di un “certificato verde digitale” come misura temporanea per viaggiare all’interno dell’Unione. Von der Leyen: rischio terza ondata

Un “certificato verde digitale”: è una delle proposte che arrivano dalla Commissione europea, in vista di una «riapertura sicura e duratura», nella pandemia di coronavirus. In vista della riunione dei capi di Stato e di governo europei in programma il 25 e 26 marzo, infatti, la Commissione invita gli Stati membri a «prepararsi a un approccio coordinato per una graduale revoca delle restrizioni Covid-19», naturalmente «quando la situazione epidemiologica lo consentirà».

L’esecutivo dell’Unione, guidato da Ursula von der Leyen, traccia dunque la via da seguire «per una politica equilibrata e un approccio comune dell’Ue», indicando «ciò che dobbiamo fare per anticipare il momento in cui possiamo recuperare il nostro stile di vita europeo e farlo in modo sicuro e sostenibile con il controllo sul virus». L’obiettivo è quello di «una riapertura sicura e duratura, in modo che i cittadini possano godere dei loro diritti e l’attività economica e sociale possa riprendere», si legge nei comunicati diffusi dopo la conferenza stampa tenuta a Bruxelles. Questo include «l’implementazione di un certificato verde digitale che copra la vaccinazione e i test; l’uso di un quadro comune per le misure di risposta; orientamenti su strategie di prova aggiuntive, come il monitoraggio delle acque reflue per tracciare le varianti; investimenti in diagnostica e trattamenti».

Il certificato verde digitale in particolare, detto anche “passaporto vaccinale”, disponibile gratuitamente, in formato digitale o cartaceo, con un codice Qr che ne garantirà sicurezza e autenticità, «sarà una prova del fatto che una persona è stata vaccinata contro la Covid-19, è risultata negativa al test o è guarita dal Covid-19». Servirà quindi ad «agevolare e rendere sicura la libera circolazione all’interno dell’Ue durante la pandemia». Al momento, ha osservato tra l’altro Von der Leyen, «la situazione dei vaccini sta lentamente migliorando» e le Big Pharma «stanno consegnando le dosi previste, tranne AstraZeneca», e per questo le vaccinazioni in alcuni Paesi hanno subito una frenata. Ma «la situazione epidemiologica sta peggiorando», ha aggiunto, soprattutto in relazione alle varianti del virus. Di qui il rischio di una «terza ondata in arrivo», nelle parole della presidente della Commissione Ue, che ha parlato anche di «restrizioni alle esportazioni» dei vaccini.

Per essere pronta prima dell’estate, e consentire la circolazione dei cittadini all’interno dell’Ue soprattutto per ragioni di lavoro e di turismo, la proposta del certificato verde digitale deve essere adottata rapidamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Didier Reynders, commissario per la Giustizia, ha dichiarato: «Con il certificato verde digitale stiamo adottando un approccio europeo per garantire che quest’estate i cittadini dell’Unione e i loro familiari possano viaggiare in sicurezza e con restrizioni minime». Il certificato però, ha aggiunto, «non sarà una conditio sine qua non per la libera circolazione e non sarà in alcun modo discriminatorio».

Il regolamento proposto dalla Commissione prevede che faranno parte del certificato verde digitale tre tipi di certificati: i certificati di vaccinazione, i certificati dei test e i certificati per le persone guarite dalla Covid-19. Saranno rilasciati in forma digitale o su carta; la Commissione predisporrà un gateway e aiuterà gli Stati membri a sviluppare un software che le autorità potranno usare per verificare tutte le firme dei certificati in tutta l’Ue. Ancora, i certificati saranno disponibili gratuitamente e saranno redatti nella o nelle lingue ufficiali dello Stato membro di rilascio e in inglese. Riguardo al nodo della “non discriminazione”, tutte le persone – vaccinate e non – dovrebbero beneficiare di un certificato verde digitale quando viaggiano nell’Ue; stessi diritti per i passeggeri titolari del certificato verde digitale.

Sul “passaporto vaccinale” compariranno solo informazioni essenziali e dati personali sicuri; il certificato verde digitale sarà valido in tutti gli Stati membri e aperto all’Islanda, al Liechtenstein, alla Norvegia come pure alla Svizzera. Dovrebbe essere rilasciato ai cittadini dell’Ue e ai loro familiari, indipendentemente dalla loro nazionalità. Dovrebbe essere rilasciato anche ai cittadini non dell’Ue che risiedono nell’Unione e ai visitatori che hanno il diritto di recarsi in altri Stati membri. Infine la Commissione specifica che il sistema del certificato verde digitale «è una misura temporanea e sarà sospeso una volta che l’Organizzazione mondiale della sanità avrà dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria internazionale Covid-19».

19 marzo 2021