Coronavirus, 202 i medici deceduti

Anelli (Fnomceo): «Non ce lo saremmo mai aspettati eppure è successo. La sicurezza degli operatori sanitari deve essere priorità di sanità pubblica»

A oggi, sono 202 i medici deceduti durante l’epidemia di Covid-19, 22 dei quali vittime della seconda ondata, a partire dal 1° ottobre. Gli ultimi due nomi sul memoriale online sul portale della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), listato a lutto dall’11 marzo, giorno della scomparsa di Roberto Stella, sono quelli di Antonio Antonelli, 64 anni, conosciutissimo diabetologo di Isernia, che da un anno si era congedato dall’attività ospedaliera, e Alessandro Fiori, medico di medicina generale.

«Oltre 200 colleghi deceduti per Covid-19 – ripete il presidente Fnomceo Filippo Anelli -. Non ce lo saremmo mai aspettati. Eppure è successo. Il tema della sicurezza degli operatori sanitari deve essere una priorità di sanità pubblica, oggetto di una grande attenzione – prosegue -. Gli ospedali si sono attrezzati per far fronte alla pandemia, creando percorsi sporchi e puliti e dotando il personale dei dispositivi individuali di protezione adeguati al grado di rischio. Lo stesso si deve fare sul territorio, potenziando le Usca, le Unità speciali dedicate alla cura del Covid-19, che devono affiancare e supportare i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta, i medici di continuità assistenziale, del 118, delle Rsa, gli specialisti ambulatoriali in un percorso di cura in piena sicurezza, per gli operatori e per gli assistiti». La sicurezza, conclude il presidente Fnomceo, «è un diritto dei lavoratori; per i medici e gli operatori sanitari lo è in maniera particolare, in quanto è garanzia della sicurezza delle cure e dunque del diritto alla salute dei cittadini. I medici hanno il diritto di curare i loro assistiti, e di poterlo fare in piena sicurezza».

20 novembre 2020