Cop26, Johnson: «Gli occhi del mondo sono su di noi»
Il premier britannico ha concluso la due giorni di lavoro dei leader mondiali nella conferenza Onu sul clima. «Molta strada da fare ma sono cautamente ottimista»
«Ci sono ancora due settimane di negoziazioni e c’è ancora molta strada da fare ma va detto che sono cautamente ottimista». Il premier britannico Boris Johnson ha chiuso ieri, 2 novembre, in conferenza stampa la due giorni di lavori dei leader mondiali, a Glasgow per la Cop26, la conferenza Onu sul clima, con un invito a fare attenzione alle «false speranze» e l’esortazione a non pensare che «il lavoro sia finito». Una sorta di «pareggio tra l’umanità e il climate change», strappato «nei tempi supplementari»: questa la metafora con cui ha descritto il risultato parziale del vertice, che ora lascia spazio al lavoro dei negoziatori, incaricati di proseguire nelle trattative nei prossimi giorni della conferenza, che continuerà fino alla prossima settimana.
Parlando ai giornalisti, Johnson ha elencato i punti positivi emersi nel vertice: l’impegno preso anche dall’India per decarbonizzare gran parte del sistema energetico; la presenza di donatori privati entrati in campo nella lotta al surriscaldamento del pianeta; ma soprattutto l’obiettivo di erogare 100 miliardi di dollari all’anno ai Paesi più vulnerabili per favorirne la transizione verde. Obiettivo, questo, che verrà raggiunto «nel 2023, ma spingiamo per raggiungerlo prima, nel 2022», le parole del premier britannico, che ha evidenziato anche il «grande impegno» arrivato dal Giappone, «ma servono ulteriori azioni da altri Paesi». Johnson è stato chiaro: «Manterremo la pressione». Se non si agisce contro il cambiamento climatico, «sarà la catastrofe economica, non solo ambientale», ha aggiunto, e «il solo modo per sistemare questa cosa è ridurre le emissioni di anidride carbonica. Il cambiamento climatico – ha evidenziato – non è una questione politica. Per decine di milioni di persone, nel mondo, è una questione di vita o di morte».
Ai negoziatori che da oggi, 3 novembre, iniziano «la partita» sul climate change, il primo ministro britannico rivolge l’esortazione forte ad «andare avanti, non tornare indietro. I leader mondiali hanno lasciato o stanno lasciando la Cop ma quello che dico a voi è che gli occhi del mondo, gli occhi dei popoli del mondo, gli occhi del governo britannico e dei governi del mondo, sono su di voi». Proprio per questo, le promesse fatte in questi due giorni «devono essere seguite dalle azioni», ha concluso, avvertendo che il governo britannico seguirà i negoziati da vicino per essere sicuro che non ci siano arretramenti rispetto a quello che è stato detto.
3 novembre 2021