Cop21, cardinale Parolin: «Tragico che interessi particolari prevalgano sul bene comune»
Il segretario di Stato vaticano ha portato alla conferenza sul clima di Parigi il saluto di Francesco e l’auspicio in un accordo «trasformativo»
Il segretario di Stato vaticano ha portato ai 150 leader del mondo a Parigi per la conferenza sul clima il saluto di Francesco e l’auspicio in un accordo «trasformativo»
«Lavorare alacremente per un esito fecondo di questa Cop21». È l’incoraggiamento di Papa Francesco ai 150 leader del mondo riuniti a Parigi per Cop21, la Conferenza internazionale sul clima, portato dal segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, rappresentante della Santa Sede ai lavori della Conferenza. Ricordando le parole di Francesco all’Onu a Nairobi, il porporato ha espresso di nuovo l’auspicio del pontefiche che la Cop21 «si concluda con l’adozione di un accordo globale e “trasformativo”, fondato sui principi della solidarietà, della giustizia, dell’equità e della partecipazione». Tre, ha ribadito, gli obiettivi da conseguire, interdipendenti tra loro: «Alleviare gli impatti del cambiamento climatico, combattere la povertà, far fiorire la dignità della persona umana. Sarebbe tragico – ha aggiunto -, che gli interessi particolari prevalgano sul bene comune e portino specialmente a manipolare l’informazione».
Per il segretario di Stato vaticano, l’accordo che ci si attende a conclusione dei lavori dovrebbe ancorare le sue fondamenta su tre pilastri: l’adozione di «un chiaro riferimento etico», la trasmissione di «forti segnali per tutti gli attori coinvolti» e l’adozione di «una visione di lungo periodo». Il primo passo, dunque, è l’adozione di una «chiaro orientamento etico», che ispiri motivazioni e finalità dell’accordo. «È importante – ha dichiarato il cardinale – che sia imperniato sul riconoscimento sia dell’imperativo etico ad agire in un contesto di solidarietà globale, sia della responsabilità comune ma differenziata di ciascuno, secondo le rispettive capacità e condizioni».
Il secondo pilastro riguarda la capacità di «trasmettere chiari segnali che orientino i comportamenti di tutti gli attori interessati»: i governi, ma anche «le autorità locali, il mondo imprenditoriale, la comunità scientifica e la società civile». Da essi ci si attendere l’impegno ad «intraprendere con convinzione la strada verso un’economia a basso contenuto di carbonio e verso uno sviluppo umano integrale». Infine il terzo pilastro riguarda «la visione del futuro. La Cop21 non rappresenta né un momento di arrivo né un punto di partenza ma una tappa cruciale di un percorso che certo non termina nel 2015».
Infine, un avvertimento: «È necessario prendere in seria considerazione l’attuazione di modelli di produzione e consumo sostenibili e di nuovi atteggiamenti e stili di vita». Le soluzioni tecniche «sono necessarie ma non sufficienti, se non si entra nel merito dell’educazione a stili di vita sostenibili e a una consapevolezza responsabile».
1° dicembre 2015