A convegno i gruppi di preghiera di Padre Pio del Lazio

Il vescovo Ruzza ha esortato i 350 nuclei ad assumersi il compito di «alleviare, con l’orazione, la sofferenza di quanti oggi vivono il dramma della guerra». Monsignor Bongiovanni: l’impegno nella carità

“Al Dio che allieta la mia giovinezza”: questo  il tema del convegno dei gruppi di preghiera di Padre Pio del Lazio che si è svolto venerdì 23 febbraio nel santuario di San Salvatore in Lauro, centro di coordinamento regionale per i 350 gruppi esistenti. La meditazione degli oltre 400 partecipanti è stata indirizzata in modo particolare alle popolazioni del Congo e del Sud Sudan per le quali Papa Francesco aveva indetto, per la stessa data, la Giornata mondiale di preghiera e digiuno per la pace. La prima parte del convegno, introdotto da monsignor Pietro Bongiovanni, parroco di San Salvatore in Lauro e coordinatore regionale dei gruppi, è stata dedicata alla recita del Santo Rosario, della Via Crucis e alla catechesi di padre Luciano Lotti, segretario generale dei gruppi di preghiera di Padre Pio.

Il vescovo del settore Centro Gianrico Ruzza, segretario generale del Vicariato di Roma, ha presieduto la Messa durante la quale ha invitato i presenti a riflettere sull’impegno e sulle responsabilità dei gruppi di preghiera nella Chiesa e, richiamando l’attenzione sulla Giornata di preghiera per la pace, li ha esortati ad assumersi concretamente il compito di «alleviare, con l’orazione, la sofferenza di quanti oggi vivono il dramma della guerra».

Monsignor Bongiovanni si è concentrato sul lavoro svolto dai figli spirituali del santo di Pietrelcina nelle parrocchie, incentrato soprattutto nella preghiera e nell’impegno profuso nella carità. «Ci sono gruppi storici ma anche belle realtà giovanili che si stanno consolidando e cammini nuovi che si stanno aprendo» ha spiegato il sacerdote riferendosi ad un nuovo progetto che vede coinvolti circa tremila giovani dipendenti di un call center in zona Tiburtina, molti dei quali partecipano ogni 23 del mese alla Messa celebrata a San Salvatore in Lauro in memoria di Padre Pio. «Stiamo vivendo lo spirito della Chiesa in uscita portando il messaggio del Vangelo e della sua applicazione nel santo del Gargano anche a questi giovani – ha aggiunto don Pietro -. Lavorano e si ritrovano in numero considerevole in una azienda che ha aperto le porte a questa collaborazione. Con i proprietari stiamo vagliando la possibilità di aprire un centro di ascolto e una piccola cappellina nell’azienda con l’idea di organizzare momenti di formazione cristiana rivolti a tutti. Un progetto che si spera diventi guida per tante altre realtà».

Presenti al convegno gli appartenenti al gruppo di preghiera Padre Pio Giovani composto da circa 80 universitari di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Nato quasi 20 anni fa, rappresenta «il fiore all’occhiello, una bella realtà vivace della parrocchia» nella quale sono maturate molte vocazioni. Come ha spiegato monsignor Bongiovanni alcuni giovani sono consacrati all’istituto secolare “I servi della sofferenza”, tre sono iscritti al Seminario Romano Maggiore, altri tre sacerdoti della diocesi hanno iniziato il loro cammino nel gruppo; molte anche le donne che si sono consacrate.

La catechesi di padre Lotti si è concentrata sulla potenza di Dio che si manifesta nella debolezza proponendo esempi biblici come Davide e Golia ma anche di santi dei nostri tempi come madre Teresa di Calcutta, san Giovanni Paolo II, lo stesso santo delle stimmate: piccoli dal punto di vista umano ma grandi perché si sono lasciati trasformare dall’amore di Dio e sono diventati un segno potente della sua presenza nell’umanità. Infine Giulio Siena, direttore dell’Opera di Padre Pio, ha parlato dell’ospedale “Casa sollievo della sofferenza” riconosciuto come centro di eccellenza a livello europeo, dove si stanno compiendo ricerche scientifiche con cellule staminali per la cura della sclerosi multipla.

27 febbraio 2018