Contro l’usura, puntare sul lavoro in sinergia

La Consulta ha eletto alla presidenza Luciano Gualzetti. L’economista Zamagni: «Attenzione alla criminalità che veste i panni del benefattore»

«Per far fronte alla situazione generata dal Covid occorrono interventi a vasto raggio, trattandosi di un’emergenza sanitaria che ha innescato, a sua volta, un’emergenza economica e sociale, con pesanti ricadute sulle persone, sulle famiglie e sulle imprese». Lo ha scritto monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei, in un messaggio rivolto alle Fondazioni associate alla Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II. L’occasione è stata il convegno sul tema “Scenari e responsabilità sociali, economiche e finanziarie dopo l’emergenza sanitaria: quali rischi e opportunità per la cura del bene comune”, svoltosi sabato 10 ottobre nel Palazzo del Vicariato e promosso nell’ambito dell’assemblea annuale della Consulta. «Pur nella drammaticità di ciò che stiamo vivendo, possiamo tuttavia cogliere qualche opportunità per il nostro futuro – ha proseguito il presule -. Si tratta, per esempio, di migliorare la predisposizione ad affrontare situazioni imprevedibili e inattese come quella presente; di rimodellare i sistemi economici con una rafforzata sostenibilità ambientale e di intraprendere scelte politiche nella direzione di una vera giustizia sociale». In questa prospettiva, ha concluso Russo, «può essere essenziale stringere alleanze e reti collaborative tra istituzioni e organismi, impegnati su obiettivi comuni».

Il lavoro in sinergia: è dunque questa la dimensione necessaria per rilevare, comprendere e contrastare l’usura, un fenomeno antico e diffuso in maniera trasversale, che sta assumendo caratteri del tutto nuovi in tempi di pandemia. «In questo contesto, segnato dalla crisi economica e da un restringimento dell’attività di concessione dei crediti, sta facendo capolino una nuova forma di criminalità organizzata che veste i panni del “benefattore” – ha dichiarato Stefano Zamagni, economista e presidente della Pontificia Accademia delle scienze sociali, nel corso dell’incontro trasmesso anche online sulla pagina Facebook della Caritas diocesana di Roma -. Alcune delle nuove forme di pratica usuraia sono la procura a vendere e il prestito simulato, quella pratica che non richiede interessi ma pretende, in caso di inadempienza, la cessione della proprietà o attività finanziata». A queste si aggiunge poi l’ultima recrudescenza dell’usura, denunciata lo scorso luglio dal presidente della Camera di Commercio di Caserta: figli dati in pegno agli usurai per lavorare in nero e pagare i debiti della famiglia.

Sono questi i nuovi volti dell’usura, che, secondo Zamagni, è possibile contrastare attraverso «tre diverse piste di intervento: un aumento del tasso di alfabetizzazione finanziaria; un ripensamento dei meccanismi di microfinanza e una riattivazione delle banche di comunità». È in questo quadro allarmante, segnato dal dramma della recessione e dalla perdita imponente di posti di lavoro, che si collocano circa 40mila imprese a rischio usura (un dato di Confcommercio) e sei milioni di famiglie, «alcune già in diretta esclusione sociale per debiti, altre già con un piede dentro questa area di esclusione». Queste famiglie e imprese in condizione di insolvenza «vanno a influire sulla domanda di beni e servizi, generando un fattore irrecuperabile di recessione economica che renderà molto difficile l’uscita dalla crisi». Ad affermarlo è il sociologo Maurizio Fiasco, consulente della Consulta, intervenuto, tra gli altri, con una relazione sui nuovi profili di fragilità relativi alla condizione di indebitamento: «Essa provoca – ha spiegato – non solo un sovraccarico cognitivo ma anche una perdita di problem solving e una riduzione della capacità pragmatica di seguire un comportamento adeguato». Di qui la necessità di un nuovo modello di presa in carico, condiviso e consapevole: «In questa delicata fase – ha dichiarato al termine del convegno Luciano Gualzetti, il neo-eletto presidente della Consulta – sarà fondamentale ritessere relazioni e aprire spazi di aiuto che valorizzino la responsabilità della persona».

12 ottobre 2020