Si celebra in memoria di santa Giuseppina Bakhita, schiava sudanese all’età di 7 anni, la Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani, l’8 febbraio. Un fenomeno che anche in Italia coinvolge tra le 75mila e le 120mila persone, vittime della prostituzione. Il 65% è in strada; il 37% è minorenne, tra i 13 e i 17 anni. A fornire i dati è la Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, promotrice di diverse iniziative, dal 4 al 12 febbraio, a sostegno della campagna “Questo è il mio corpo”, per la liberazione delle vittime della tratta e dello sfruttamento.

«La prostituzione – spiegano dalla Comunità, da 30 anni accanto alle vittime di  prostituzione e tratta – viola la dignità e i diritti umani. I clienti sono complici della riduzione in schiavitù e dello sfruttamento di persone vulnerabili». Di qui la richiesta di approvazione di una legge per il contrasto della domanda di prostituzione, che può essere firmata online. L’obiettivo è «ottenere una legge che finalmente sanzioni il cliente e fermi la domanda. E in Parlamento c’è già una proposta». Alla campagna aderisce anche l’Azione cattolica. Per il presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII Giovanni Paolo Ramonda si tratta di un’adesione «importantissima», che «dà valore e spessore» all’impegno e alla campagna, per «debellare questa piaga, questa moderna schiavitù».

Contro la tratta, in particolare di bambini e adolescenti, si pregherà anche a Roma, sabato 4 febbraio alle 16 nella parrocchia di Ognissanti, in via Appia Nuova 244. “Siamo bambini! Non schiavi”: questo il tema della veglia di preghiera, promossa, tra gli altri, da Caritas diocesana, Ufficio diocesano per la vita consacrata e Ufficio diocesano per la pastorale delle migrazioni, che sarà presieduta dal vescovo Gianrico Ruzza.