Conte, la nuova stretta: tutelare salute ed economia

Illustrati in conferenza stampa i contenuti del nuovo dpcm: nel mirino la movida, con la possibilità per i sindaci di chiudere piazze e vie dopo le 21. Smartworking al 75% e, per le scuole, ingressi scaglionati a partire dalle 9 e possibili turni pomeridiani

«La strategia non è e non può essere la stessa della primavera». Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo ha ribadito con forza, nella conferenza stampa arrivata nella serata di ieri, 18 ottobre, per illustrare i contenuti dell’ultimo dpcm, varato dopo un confronto serrato con Regioni ed enti locali, per contrastare la recrudescenza del coronavirus. «In questi mesi abbiamo lavorato intensamente – ha assicurato -: il governo c’è ma ciascuno deve fare la sua parte».

Quello illustrato da Conte dunque è solo l’inizio di un piano più ampio, che coinvolge anzitutto la movida, con la possibilità per i sindaci di disporre la chiusura al pubblico di vie o piazze nei centri urbani dopo le 21, «fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private». Per bar, ristoranti e tutti i servizi di ristorazione, attività consentite dalle 5 alle 24 con consumo al tavolo e con un massimo di 6 persone per tavolo; in assenza di consumo al tavolo, la chiusura è fissata per le 18. «Resta sempre consentita – ha precisato il premier – la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché, fino alle ore 24, la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze». All’esterno dei locali poi dovrà essere riportato il numero massimo di clienti consentiti all’interno.

Sono i punti su cui si regge l’intesa raggiunta con le Regioni, tessuta dal ministro per le Autonomie Francesco Boccia. L’obiettivo: non penalizzare ulteriormente quei settori già colpiti dal lockdown. «Chi vive le complessità quotidiane dei territori merita il massimo dell’ascolto», le parole del ministro. Anche sul fronte dello sport, palestre aperte, come volevano i governatori, ma con riserva: le strutture sportive hanno una settimana di tempo per adeguarsi in maniera rigorosa ai protocolli del Comitato tecnico scientifico, oppure verrà imposta la chiusura generalizzata. Restano vietati gli sport di contatto a livello amatoriale. Il calcio dilettantistico resta attivo fino alla prima categoria. Sì a partite e gare sportive a livello regionale e nazionale per professionisti e dilettanti. No agli allenamenti di squadra, a partite e “partitelle”.

Riguardo al nodo critico del trasporto locale, la soluzione scelta è quella di portare dal 50 al 75% la quota di persone in smartworking. Resta invariata la quota di riempimento dei mezzi – capienza all’80% – ma con l’indicazione di adottare misure di maggiore controllo sulle banchine della metropolitana per agevolare i flussi di salita e discesa. Disponibilità a «potenziare il sistema» da parte del ministro dei Trasporti Paola De Micheli. Per le scuole superiori, previsti ingressi scaglionati a partire dalle 9 ed eventuali turni pomeridiani, sempre con l’obiettivo di decongestionare le ore di punta del traffico. In più, potenziamento della didattica a distanza, «che rimane complementare alla didattica in presenza». Un punto, questo, che lascia parzialmente soddisfatta il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, secondo cui «la scuola in presenza è fondamentale per tutti, dai più piccoli all’ultimo anno del secondo grado».

Ancora, il dpcm stabilisce lo stop a sagre, fiere – consentite solo le manifestazioni di carattere nazionale e internazionale -, così come a convegni e congressi, «ad eccezione di quelli che si svolgono con modalità a distanza». Anche nell’ambito della pubblica amministrazione, le riunioni si svolgono solo in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni di interesse pubblico. Fortemente raccomandato svolgere a distanza anche le riunioni private. Le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo sono consentite dalle 8 alle 21. Restano aperti cinema e teatri con posti a sedere pre-assegnati e distanziati di almeno un metro.

Nelle parole del presidente del Consiglio, la consapevolezza che «ci sono ancora diverse criticità: facciamo 160mila tamponi al giorno – ha riconosciuto – ma certo non possiamo tollerare le file di ore». E ha annunciato la sua presenza in Parlamento «martedì o mercoledì», per illustrare i contenuti del decreto. «Ci sono evoluzioni continue – ha spiegato il ministro Boccia -. Consideriamo questa modalità di confronto tra noi una convocazione permanente e interverremo in tempo reale ogni volta in cui sarà necessario e se dovessero emergere criticità».

19 marzo 2020