Conte bis, incassata la fiducia a Montecitorio

343 i voti favorevoli, 263 i contrari, 3 gli astenuti. Le reazioni della società civile. Sant'Egidio: «Bene il superamento della logica emergenziale». Acli: «Ora fase costituente»

L’esito del voto è stato proclamato nella serata di ieri, 9 settembre, dal presidente della Camera dei deputati Roberto Fico: con 343 voti favorevoli, 263 contrari e 3 astenuti, l’Aula di Montecitorio ha dato la fiducia al nuovo governo presieduto da Giuseppe Conte approvando la mozione presentata dagli onorevoli D’Uva (M5S), Delrio (Pd) e Fornaro (Leu). In programma per oggi, martedì 10, la discussione e il voto in Senato, dove la nuova maggioranza dovrebbe disporre di numeri più risicati rispetto a quelli di Montecitorio. Nel frattempo, anche la società civile dice la sua sul nuovo esecutivo e, soprattutto, sulle sue linee programmatiche. «Mi dispiace per i ministri appena incaricati ma devo avvertirli che noi non perderemo tempo: chiederemo subito al nuovo governo di aprire un confronto serrato per una programmazione vera, di lungo periodo: una agenda urbana per le città e l’agenda del controesodo per contrastare lo spopolamento dei piccoli Comuni». Il presidente dell’associazione nazionale dei Comuni Antonio Decaro, primo cittadino di Bari, lo ha dichiarato da Olbia intervenendo all’assemblea di Anci dedicata ai giovani amministratori.

Soddisfazione nelle parole di Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children, per il fatto che il premier «abbia messo al primo posto dell’agenda del nuovo governo le misure in favore degli asili nido e l’impegno a eliminare le disuguaglianze che si formano già nei primissimi anni di vita, accogliendo l’appello che abbiamo lanciato per un piano di interventi immediato in favore della prima infanzia». In Italia infatti, stando ai dati dell’associazione contenuti nel rapporto “Il miglior inizio”, solo 1 bambino su 10 può accedere a un asilo nido pubblico, con picchi negativi che si registrano in regioni come Calabria e Campania, dove la copertura è pressoché assente e, rispettivamente, solo il 2,6% e il 3,6% dei bambini frequenta un nido pubblico. Uno scenario in cui le ripercussioni negative riguardano soprattutto i minori provenienti da famiglie economicamente svantaggiate e che hanno dunque maggiori difficoltà nell’accedere alla rete degli asili privati non convenzionati. Non solo: per Milano l’indagine pilota svolta dall’associazione mostra come «le diseguaglianze educative che possono avere sui bambini un impatto di lunga durata si manifestino molto prima dell’accesso alla scuola dell’obbligo». Proprio per questo «la povertà educativa va combattuta a partire dai primi anni di vita, attraverso solide politiche di sostegno alla prima infanzia e alla genitorialità, oggi assolutamente carenti nel nostro Paese, evitando che siano proprio i bambini delle famiglie più povere a rimanere esclusi dalle opportunità educative di qualità».

Prende spunto dall’indicazione della gratuità degli asili nido pubblici indicata dal premier Conte come priorità per il nuovo esecutivo anche il commento del presidente nazionale del Forum famiglie Gigi De Palo. «Siamo lieti del fatto che il presidente conte l’abbia indicata come una delle prime azioni del nascente governo, insieme all’aumento dei posti a disposizione dei bimbi nel Mezzogiorno – dichiara -. Ci fa però ancor più piacere evidenziare che Conte ha espressamente citato anche l’assegno unico, per il quale chiediamo all’esecutivo medesima prontezza di attuazione dei nidi gratuiti. Solo così si potrà cambiare la mentalità delle nuove generazioni, spingendo i giovani a fare figli». Secondo De Palo infatti «tutti i servizi, asili nido compresi, sono utili ma non decisivi per sconfiggere il declino demografico del nostro Paese»; la denatalità, osserva, si batte «mettendo più soldi nelle tasche delle famiglie, come avviene peraltro in gran parte d’Europa. Per mettere al mondo un figlio serve la fiducia delle istituzioni. L’asilo nido gratuito – conclude il presidente nazionale del Forum famiglie – funziona se è parte di un progetto più ampio che metta al centro una riforma fiscale per le famiglie come l’#assegnoXfiglio».

Più spostata sul tema dell’immigrazione la reazione della Comunità di Sant’Egidio, che del discorso del premier alla Camera dei deputati apprezza soprattutto l’impegno – «giusto e doveroso» – a superare la logica emergenziale nell’affrontare il fenomeno e a sostenere «provvedimenti a favore dell’integrazione». Per la Comunità trasteverina, questa è «la via più idonea per prendere le iniziative che servono a tutti: sia a chi arriva nel nostro Paese che agli italiani. Ed è importante – si legge in una nota – che il presidente del Consiglio si sia espresso a favore dei corridoi umanitari, in particolare quelli europei, chiesti ormai da tempo da Sant’Egidio insieme alle Chiese evangeliche italiane, per salvare migliaia di persone, vittime delle violenze in Libia». Secondo i responsabili di Sant’Egidio infatti «occorre incentivare le vie di ingresso regolare, come è il sistema dei corridoi umanitari», che ha fatto giungere finora in Europa oltre 2.600 persone, di cui circa 2mila in Italia: «È il metodo più efficace per contrastare il racket dei trafficanti di persone». Più in generale, «appare opportuna la scelta di un linguaggio sobrio e misurato nell’affrontare i problemi, soprattutto quando si parla di immigrazione».

Sulla stessa linea la reazione del Centro Astalli, che attraverso il presidente padre Camillo Ripamonti esprime l’auspicio di «un cambio di rotta» sostanziale sulle questioni che riguardano le migrazioni. «Il decreto sicurezza va affrontato rivedendolo nel complesso e va dato un segnale che stiamo riacquistando un volto umano», afferma il sacerdote, augurandosi che «il governo si dimostri coraggioso da questo punto di vista e riveda la materia nel suo complesso e a più livelli, tenendo conto delle tante questioni che il fenomeno migratorio pone in campo: dagli arrivi all’integrazione». Ripamonti auspica anche una maggiore solidarietà europea «e che con il nuovo governo europeo si possa avviare un dialogo effettivo ed efficace. Spero che gli arrivi in territorio italiano, e in genere nel Sud dell’Europa, possano essere veramente condivisi con tutti gli Stati membri dell’Unione. Sarebbe una svolta importante e decisiva nell’ambito della solidarietà tra gli Stati». Positivo, prosegue, anche il riferimento ai corridoi umanitari europei, «una delle vie per affrontare il fenomeno migratorio nella sua complessità». Da ultimo, la richiesta di «un linguaggio mite che non criminalizzi, non crei capri espiatori e criminali, non faccia violenza, utilizzi i media per informare e non per dare informazioni distorte come le famose invasioni».

Apprezzamento del discorso di Conte alla Camera anche da parte del presidente nazionale delle Acli Roberto Rossini. «Crediamo che il nuovo governo – dichiara – debba aprire una fase costituente, impegnandosi concretamente in un progetto di riforme per rilanciare il Paese». In particolare, «le Acli chiedono di far ripartire l’occupazione con investimenti in infrastrutture e in formazione; una riforma fiscale che possa rendere più giusta la tassazione, rivedendo il sistema di detrazioni e deduzioni soprattutto a favore delle famiglie; una revisione del sistema previdenziale che superi e riordini le tante norme accumulate negli anni». Secondo Rossini, «il ruolo del Parlamento, a cui fin dall’inizio della crisi è stata restituita la giusta centralità, e uno stile nuovo nel dibattito pubblico, anche dal punto di vista comunicativo, sono due elementi importanti e condivisi. Confidiamo – conclude – che le opposizioni svolgano il loro compito in modo costruttivo per ristabilire una corretta dialettica democratica».

10 settembre 2019