Il «garante dell’attuazione del contratto per il governo del cambiamento». È così che il premier Giuseppe Conte si è presentato questa mattina, 5 giugno, al Senato, illustrando le dichiarazioni programmatiche su cui poi, in serata, verrà votata la fiducia. E nel suo discorso durato più di un’ora, ha ripercorso gran parte dei punti in cui si articola il «contratto» su cui è stato costruito l’accordo di maggioranza tra Movimento 5 Stelle e Lega. «Cambiamento» è la parola chiave, intorno a cui era incentrata tutta la prima parte del discorso: cambiamento rispetto alle categorie tradizionali di “destra” e “sinistra”, con una lettura in chiave positiva di concetti come “populismo” e “anti-sistema”, ma anche rispetto alle «prassi istituzionali che sin qui hanno accompagnato la storia repubblicana». Di più: un «cambiamento radicale del quale siamo orgogliosi», ha rivendicato.

Tre in particolare le frontiere sulle quali si articolerà il cambiamento: «ascolto», «esecuzione» e «controllo», definiti «i tre pilastri dell’azione di governo», per quanto riguarda il metodo. Sul piano dei contenuti, sviluppato nella seconda parte del suo intervento, il presidente del Consiglio ha indicato poi una sorta di programma minimo, che consentirebbe ai cittadini di percepire che «il vento nuovo non ha soffiato invano». Ha parlato di «salario minimo orario»; di «reddito di cittadinanza e reinserimento al lavoro»; di «diritto a una pensione dignitosa». E ancora, ha fatto riferimento a «tasse eque» pagabili con semplicità e alla «riduzione del debito pubblico» mediante la crescita e non con misure di austerità. Non solo: nelle parole del premier, il cambiamento proposto dal governo giallo-verde passa anche attraverso una giustizia «rapida ed efficiente», con strumenti come la «class action», l’«equo indennizzo» per le vittime di reati violenti, il «potenziamento» della legittima difesa.

Inevitabile il riferimento al tema dell’immigrazione, sul quale Conte ha rilanciato uno degli slogan usati soprattutto dalla Lega dichiarando: «Metteremo fine al business dell’immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello di una finta solidarietà». Proprio quello dell’immigrazione è per il premier «un primo banco di prova del nuovo modo in cui vogliamo dialogare con i partner europei. È a tutti evidente – le sue parole – come la gestione dei flussi migratori finora attuata ha rappresentato un fallimento: l’Europa ha consentito chiusure egoistiche di molti stati membri che hanno finito per scaricare sugli stati frontalieri, ed in primo luogo sul nostro Paese, gli oneri e le difficoltà che invece avrebbero dovuto essere condivisi». Non è mancato un commosso pensiero per Sacko, il bracciante straniero ucciso a fucilate a San Ferdinando, in Calabria. «Sacko Soumayla è stato ucciso con un colpo di fucile: era uno tra i mille braccianti, con regolare permesso di soggiorno, che tutti i giorni in questo Paese si recano al lavoro in condizioni che si collocano al di sotto della soglia della dignità. A lui e ai suoi familiari va il nostro commosso pensiero. Ma questo non basta. La politica deve farsi carico del dramma di queste persone e garantire percorsi di legalità, che costituiscono la stella polare di questo programma di governo».

Conte ha annunciato che «l’azione di governo sarà sensibile anche al principio di sussidiarietà, che impone di limitare l’azione dei pubblici poteri quando l’iniziativa dei privati, singoli oppure organizzati in strutture associative, possa rivelarsi più efficiente». L’obiettivo: «Porre in essere tutti i provvedimenti, anche correttivi, che consentano la piena realizzazione di una efficace riforma del terzo settore che sia effettiva anche sul piano delle ricadute fiscali. Vorrei qui ricordare in particolare – ha evidenziato ancora il presidente del Consiglio – il contributo al miglioramento della qualità della vita offerto dalla pratica sportiva e assicurato dalle esperienze di volontariato attraverso migliaia di piccole associazioni sportive dilettantistiche. È questa una dimensione dello sport che ci piace in modo particolare che vogliamo valorizzare». Quindi tra i propositi del governo ha citato anche l’introduzione del “daspo” per i corrotti e dell’agente sotto copertura, sempre nel campo della lotta alla corruzione. L’elenco degli impegni che il presidente del Consiglio ha enucleato dal “contratto” prosegue con le misure destinate ai «cittadini diversamente abili»; con il taglio del «legame» tra politica e sanità «per rendere quest’ultima efficiente su tutto il territorio nazionale»; con l’aumento di «fondi, mezzi e dotazioni» per la sicurezza nelle città. Ultimo punto: una «adeguata attenzione per le famiglie, specialmente quelle in difficoltà».

5 giugno 2018