Consulta aggregazioni laicali, incontro sul percorso sinodale

De Donatis: importante l’ascolto “ad extra”. L’invito a «creare relazioni in cui ci sia circolazione di vita. Per aprire una fraternità vera con tutti»

«Camminare insieme, mettendo in pratica gli insegnamenti del Vangelo con entusiasmo traboccante». Nelle parole del cardinale vicario Angelo De Donatis, è questa l’immagine che ha fatto da sfondo all’incontro con la Consulta delle aggregazioni laicali della diocesi di Roma. L’organismo, coordinato dal delegato monsignor Francesco Pesce, coadiuvato dalla segretaria Lidia Borzì, si è riunito nei giorni scorsi alla Pontificia Università Lateranense, dove hanno partecipato delegati e rappresentanti di oltre 45 aggregazioni laicali. Al saluto di monsignor Pesce, che ha ringraziato il cardinale per la vicinanza alla Consulta, ha fatto eco la segretaria Lidia Borzì, sottolineando l’importanza per l’organismo di essere guidato per vivere il cammino sinodale in pienezza. Chiedendo, inoltre, di «aiutare le organizzazioni laicali per fare in modo che le ferite sociali, economiche e culturali di questa pandemia diventino feritoie di luce attraverso le quali far passare la speranza che ci viene dalla fede».

Il cardinale ha presentato il percorso sinodale della diocesi, evidenziando alcuni passaggi chiave del discorso di Papa Francesco nell’udienza del 18 settembre scorso. In particolare la dimensione dell’ascolto, cuore dell’esperienza sinodale. «Non è un formalismo vuoto ma nasce per trasformarsi nell’incontro, con l’obiettivo di creare relazioni in cui ci sia circolazione di vita. E grazie all’ascolto  riconoscere le chiamate del Signore e comprendere in modo più profondo quale è la nostra vocazione e la nostra missione». Un ascolto da portare avanti anche e soprattutto “ad extra”, «invocando la creatività dello Spirito Santo per testimoniare l’amore di Dio e per aprire una fraternità vera con tutti».

Da qui l’invito alle organizzazioni laicali a vivere in pienezza la dimensione battesimale e a riscoprire la mistica del popolo di Dio che cammina insieme. «Il cristianesimo – ha detto ancora il porporato – è esperienza di carità, in cui tutti noi mettiamo al servizio degli altri i doni che abbiamo ricevuto». La sinodalità «appartiene all’essere Chiesa, tutti i cristiani sono compagni di strada e questo implica una grande responsabilità. Siamo tutti necessari in questo evento dello Spirito, in questo soffio di aria fresca che porta speranza in un’epoca segnata da paura, vergogna e dolore». Infine, l’esortazione a «lasciarsi evangelizzare dagli ultimi, dai poveri, che ci fanno leggere in profondità la nostra identità cristiana». (ha collaborato Walter Stefanini)

1 dicembre 2021