Consiglio Ue: sul coronavirus, «rafforzare risposta comune»

Riunito a Bruxelles, su richiesta dell’Italia, un consiglio straordinario dei ministri della Salute. «Definire piani per assistenza sanitaria, informazione e ricerca»

Nella giornata di ieri, 13 febbraio, un consiglio straordinario dei ministri della Salute dei 27 Paesi Ue si è riunito a Bruxelles. Sul tavolo, l’emergenza coronavirus. I ministri hanno definito una serie di indicazioni per gli Stati membri in riferimento, ad esempio, a «tutti i punti di ingresso nell’Ue, che devono disporre dei mezzi per fornire le informazioni e le indicazioni necessarie alle persone a maggior rischio di essere portatrici del virus». Non solo: si devono anche «definire chiaramente piani e risorse per fornire assistenza sanitaria adeguata ai portatori sospetti e confermati», oltre che rendere possibile la rintracciabilità dei viaggiatori che provengono dalle zone contagiate.

Il consiglio incoraggia anche a «condividere continuamente informazioni sull’evoluzione del virus», a «dimostrare solidarietà e cooperazione» nella ricerca sul virus, i sistemi diagnostici, i trattamenti antivirali e lo sviluppo di un vaccino pilota. Agli Stati si chiede, ancora, di «informare l’opinione pubblica per contrastare la disinformazione che può anche portare alla discriminazione». Dal consiglio straordinario, una richiesta anche per la Commissione Ue: facilitare lo scambio di informazioni e attivare «meccanismi di finanziamento esistenti per sostenere la collaborazione tra gli Stati» nel contrastare il virus, ma anche valutare con l’agenzia europea e quelle nazionali del farmaco le «conseguenze sulla disponibilità di farmaci».

Per il ministro italiano Roberto Speranza, «è un risultato molto importante che, su richiesta dell’Italia, si siano riuniti tutti i ministri della Salute dell’Ue per costruire una risposta adeguata al Covid-19», il nome “scientifico” del coronavirus individuato. Quella di Bruxelles, riferisce, «è stata una discussione seria in cui è emersa la necessità di rafforzare la nostra risposta comune a livello europeo, come rimarcato nelle conclusioni. L’Italia mantiene il livello più alto di controllo e salvaguardia ispirandosi al principio della massima precauzione. La direzione assunta – conclude – è quella giusta».

14 febbraio 2020