Consiglio europeo: intesa a 26 sul sostegno all’Ucraina

Si conferma l’estraneità dell’Ungheria rispetto al supporto a Kiev. Accordo parziale sul piano di riarmo: c’è consenso sulla difesa ma non sul debito e sugli strumenti per finanziare l’aumento delle spese. Il dossier slitta a giugno, dopo il vertice Nato

Si è aperto con l’intervento della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola il Consiglio europeo di ieri, 20 marzo, a Bruxelles. Quindi lo scambio, in videoconferenza, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il pranzo con il segretario generale Onu Antonio Guterres e poi il confronto a tutto campo su competitività economica, migrazioni, Libro bianco sulla difesa. Fino alla cena, nella quale è stato discusso il bilancio pluriennale dell’Unione europea. Si prosegue oggi, 21 marzo, ma già ieri la Commissione europea ha presentato il piano sulla difesa – il Libro Bianco con “l’orizzonte 2030” da una parte e il ReArm Europe dall’altra – e i 27, per la prima volta, hanno potuto discutere sul tema con le carte sul tavolo.

«Il Consiglio europeo – si legge nelle conclusioni – invita ad accelerare i lavori su tutti i fronti per aumentare in modo decisivo la prontezza di difesa dell’Europa entro i prossimi cinque anni». I leader inoltre invitano «il Consiglio e i colegislatori a portare avanti rapidamente i lavori sulle recenti proposte della Commissione e ad avviare con urgenza l’attuazione delle azioni individuate nelle sue conclusioni del 6 marzo 2025 nel campo delle capacità e a proseguire i lavori sulle relative opzioni di finanziamento». Il programma è di chiudere la partita al Consiglio europeo di giugno, subito dopo il vertice Nato in Olanda, dove gli alleati saranno chiamati ad aumentare i target di spesa – si parla di almeno il 3% – sotto l’impulso energico di Donald Trump. Alcune tappe previste dal ReArm Europe dovrebbero avvenire prima – a cominciare dall’attivazione delle deroghe al Patto di stabilità sulle spese in sicurezza – ma non c’è, al momento, una lista chiara di chi attiverà per certo la clausola e chi no. Tra i Paesi in biblico anche l’Italia.

Per quanto riguarda l’Ucraina, è stata raggiunta un’intesa a 26 – con l’estraneità dell’Ungheria di Viktor Orban – sul «continuo e incrollabile sostegno» del Consiglio europeo «all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale». Reta fermo l’approccio di «pace attraverso la forza», che richiede all’Ucraina di «essere nella posizione più forte possibile, con le sue solide capacità militari e di difesa come componente essenziale». L’Ue «rimane impegnata, in coordinamento con partner e alleati che la pensano allo stesso modo, a fornire ulteriore supporto completo all’Ucraina e al suo popolo, mentre esercita il suo intrinseco diritto all’autodifesa contro la guerra di aggressione della Russia». D’altro canto il Consiglio europeo «ribadisce il suo sostegno a una pace globale, giusta e duratura basata sui principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale e accoglie con favore tutti gli sforzi volti al raggiungimento di tale pace».

Accolto con favore quindi da tutti i 27 leader l’impegno fra Ucraina e Usa per un possibile cessate il fuoco, mentre invitano la Russia a «mostrare una reale volontà politica per porre fine alla guerra». Un percorso «credibile» verso la pace, si legge nel documento del Consiglio, deve includere il soccorso umanitario, lo scambio di prigionieri di guerra, il rilascio di civili e «il ritorno di tutti i bambini ucraini e di altri civili deportati e trasferiti illegalmente in Russia e Bielorussia».

Da parte sua, l’Unione europea resta pronta ad «aumentare la pressione sulla Russia, anche attraverso ulteriori sanzioni e rafforzando l’applicazione delle misure esistenti», al fine di «indebolirne la capacità di continuare a condurre la sua guerra di aggressione. I beni della Russia – precisano – dovrebbero restare immobilizzati finché la Russia non cesserà la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina e non la risarcirà per i danni causati da questa guerra».

Nell’analisi dei leader europei, «un accordo di pace globale, che rispetti l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, deve essere accompagnato da solide e credibili garanzie di sicurezza per l’Ucraina, al fine di scoraggiare future aggressioni russe. Il Consiglio europeo accoglie con favore gli sforzi avviati in tal senso insieme ai partner affini e alla Nato». L’Unione europea continuerà quindi a fornire all’Ucraina un sostegno finanziario. Si cita, poi, il Piano Kallas di sostegno all’Ucraina, a cui partecipare però «su base volontaria», per fornire «munizioni di artiglieria di grosso calibro e missili». Da ultimo, «il Consiglio europeo ribadisce il diritto intrinseco dell’Ucraina di scegliere il proprio destino, sulla base della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. L’Unione europea intensificherà il sostegno agli sforzi di riforma dell’Ucraina nel suo percorso verso l’adesione all’Ue».

21 marzo 2025