Consiglio d’Europa: «In corso una guerra contro i media»

Diffuso il rapporto annuale delle organizzazioni partner per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti. 127 operatori detenuti. Repressione in Russia

“La guerra in Europa e la lotta per il diritto di informare”. Si intitola così il rapporto annuale 2023 , diffuso ieri, 7 marzo, a Strasburgo e Bruxelles dalle organizzazioni partner della Piattaforma del Consiglio d’Europa. «Nel 2022 – si legge nel testo -, da quando la Russia ha dato inizio alla sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, almeno 12 giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi e 21 feriti durante l’esercizio della loro professione». La guerra, insomma, «si è svolta in un contesto di continuo deterioramento della libertà dei media in Europa, con un significativo aumento del numero di giornalisti detenuti».

Il rapporto esamina le principali minacce alla libertà dei media in Europa e formula delle raccomandazioni per il Consiglio d’Europa, l’Unione europea e gli Stati membri «sulle azioni necessarie per migliorare la situazione». Nel corso del 2022, la piattaforma ha pubblicato 289 avvisi per segnalare «gravi minacce o attacchi alla libertà dei media» in 37 Stati, «dove giornalisti sono stati uccisi, arrestati, aggrediti, perseguitati legalmente e oggetto di campagne di diffamazione». Sono compresi in questa cifra anche gli avvisi che riguardano la Russia, poiché le organizzazioni partner hanno deciso di continuare a monitorare la situazione della libertà dei media e gli attacchi contro i giornalisti dopo l’espulsione della Russia dal Consiglio d’Europa a marzo 2022.

Nel documento infatti viene esaminata «la repressione del giornalismo indipendente in Russia e nei territori occupati in Ucraina» e un capitolo specifico è dedicato alla Bielorussia. «Oltre ai giornalisti deceduti in servizio durante la guerra, la piattaforma ha registrato un giornalista ucciso nell’esercizio della sua funzione, Güngör Arslan in Turchia, rispetto ai quattro registrati nel 2021». Gli avvisi – ossia gli allarmi a opera della Piattaforma del Consiglio d’Europa per la protezione del giornalismo – riguardanti minacce e attacchi durante manifestazioni in strada «sono stati inferiori, data la diminuzione delle manifestazioni nel periodo del Covid-19». Il report specifica che «in Europa le detenzioni e gli arresti arbitrari di giornalisti sono all’ordine del giorno. Al 31 dicembre 2022, risultavano detenuti 127 giornalisti e operatori dei media. Durante il 2022, la piattaforma ha registrato 74 avvisi riguardanti attacchi all’integrità fisica dei giornalisti (il 26% di tutti gli avvisi), 41 avvisi sulla detenzione e la reclusione di giornalisti (14%), 94 avvisi su casi di persecuzione e intimidazione di giornalisti (32%) e altri 80 avvisi su altri atti che hanno effetti dissuasivi sulla libertà dei media (28%)».

Analizzate nel rapporto anche diverse questioni come l’introduzione di una legislazione che limita il lavoro dei giornalisti, la sorveglianza delle comunicazioni dei giornalisti, le fake news e la disinformazione, l’abuso del sistema giudiziario per punire o intimidire i giornalisti, le pressioni sui media del servizio pubblico e i casi di media capture. Il rapporto mostra la «persistente mancanza di progressi nella risoluzione di 35 casi di impunità per attacchi contro giornalisti ancora presenti sulla piattaforma, compresi 26 casi di omicidio».

Nell’analisi della segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić, «negli ultimi anni abbiamo assistito a un inquietante aumento di attacchi e minacce contro i giornalisti. Molti giornalisti hanno esercitato con coraggio il diritto di informare nel contesto dell’aggressione russa contro l’Ucraina e alcuni lo hanno pagato con la propria vita. Il fatto che molti di questi attacchi rimangano impuniti – aggiunge – minaccia le fondamenta stesse delle nostre società». Di qui la richiesta agli Stati membri «di affrontare seriamente questo problema e di rispettare e proteggere appieno i diritti dei giornalisti, di garantire la loro sicurezza, di proteggere le loro fonti e di impedire la censura e altre forme di interferenza nel loro lavoro».

La Piattaforma del Consiglio d’Europa per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti è stata istituita dal Consiglio d’Europa nel 2015, in cooperazione con ong internazionali che operano nel settore della libertà di espressione. I 15 partner sono la Federazione europea dei giornalisti, la Federazione internazionale dei giornalisti, l’Associazione dei giornalisti europei, Article 19, Reporter senza frontiere, il Comitato per la protezione dei giornalisti, Index on Censorship, l’International Press Institute, l’International News Safety Institute, il Rory Peck Trust, l’Unione europea di radiodiffusione, Pen International, il Centro europeo per la libertà di stampa e dei media, Free Press Unlimited e la Fondazione Justice for Journalists.

8 marzo 2023