Consiglieri regionali nel Cpr di Ponte Galeria: «Situazione disumana»

L’ispezione all’indomani del suicidio del giovane proveniente dalla Guinea. «Chiediamo un incontro urgente con il prefetto di Roma. La chiusura dei Centri di permanenza per i rimpatri, battaglia di diritto e dignità»

I capigruppo di Avs Claudio Marotta, del Pd Mario Ciarla, di Iv Marietta Tidei e del M5S Adriano Zuccalà, insieme al consigliere Valerio Novelli del M5S. Sono i consiglieri regionali che ieri mattina, 7 febbraio, hanno svolto un’ispezione all’interno del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria, pochi giorni dopo il suicidio del ragazzo proveniente dalla Guinea. «Abbiamo voluto verificare le condizioni di vita delle persone che dentro questo Centro sono private della libertà personale, perché siamo convinti che la tutela e la garanzia dei diritti umani non possa mai venir meno quando si è affidati alla custodia dello Stato», spiegano.

In una nota diffusa a conclusione della visita, rimarcano la «gravità delle condizioni di vita quotidiana» nei Cpr, «oggi sotto gli occhi di tutti. Un sistema di detenzione amministrativa tiene recluse centinaia di persone in tutta Italia, senza che a queste sia stato contestato alcun reato – evidenziano -. Attraverso i rinnovi della detenzione, che oggi può arrivare fino a 18 mesi dopo l’intervento del governo Meloni, in attesa del rimpatrio, non è garantita nessuna prospettiva di futuro o di presente a queste persone».

In questo contesto, «sono del tutto insufficienti, se non totalmente assenti, forme di mediazione, attività sociali, sportive o di supporto psicologico», riferiscono i consiglieri del Lazio. «La visita odierna – proseguono – ci ha permesso di verificare le condizioni di drammatica difficoltà nella convivenza all’interno del Centro, per le persone private della libertà, ma anche per gli operatori e per le forze dell’ordine». Difficoltà e carenze che «sono lo specchio di un sistema totalmente inadeguato della gestione dei flussi migratori in Italia».

Nell’analisi dei consiglieri, «queste insufficienze nella gestione sono il frutto della mancanza di scelta politica». Di qui il monito: «Dobbiamo assumerci la responsabilità di chiedere la chiusura dei Centri di permanenza per i rimpatri, luoghi di sospensione totale del diritto e della dignità della persona e quindi assolutamente incompatibili con la nostra democrazia. La gravità della situazione attuale – proseguono – impone un impegno urgente che coinvolga anche la Regione Lazio. Abbiamo più volte chiesto, anche attraverso una mozione votata all’unanimità dal Consiglio regionale, l’istituzione di un nuovo protocollo d’intesa che permetta le attività del Garante regionale dei detenuti dentro la struttura del Cpr di Ponte Galeria».

Ancora, i membri del Consiglio regionale del Lazio chiedono un incontro «urgente» con il prefetto di Roma. «È necessario fare il punto al più presto, per condividere con la Prefettura le nostre preoccupazioni e capire quali strumenti di collaborazione istituzionale possiamo introdurre per affrontare la grave situazione riscontrata oggi – concludono -, restando fermi nell’idea che quella per la chiusura dei dieci Centri di permanenza per i rimpatri presenti sul territorio italiano sia una battaglia necessaria di diritto e di dignità».

8 febbraio 2024