Consegna delle armi dell’Eta, Sant’Egidio: «Punto di non ritorno»
La Comunità di Trastevere commenta la svolta nel processo di riconciliazione avvenuta nei giorni scorsi. Testimone morale: l’arcivescovo Zuppi
La Comunità di Trastevere commenta la svolta nel processo di riconciliazione avvenuta nei giorni scorsi. Testimone morale: l’arcivescovo Matteo Zuppi
«La consegna delle armi dell’Eta alla Francia, avvenuta nei giorni scorsi a Bayonne alla presenza di alcuni garanti, rappresenta un fatto storico in una lunga e dolorosissima vicenda». La comunità di Sant’Egidio commenta con queste parole, in una nota diffusa ieri, 11 aprile, l’addio alle armi per i separatisti baschi dell’Eta avvenuto venerdì 7 aprile. I miliziani hanno comunicato alle autorità francesi gli 8 covi del proprio arsenale clandestino oltre frontiera, situati nel dipartimento transalpino sud-occidentale dei Pirenei atlantici e fin dal mattino la cittadina di Bayonne è diventata Capitale festosa di pace, grazie all’afflusso di migliaia di persone che hanno partecipato alla cerimonia allestita al municipio.
Verso le 8, i rappresentanti degli “Artigiani della pace”, l’organizzazione della società civile che ha mediato per il disarmo, hanno consegnato le mappe e le liste d’armi a due personalità religiose internazionali incluse nel processo: il pastore metodista Harold Good, già in prima linea nel disarmo in Irlanda, e monsignor Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e già vescovo ausiliare della diocesi di Roma, da sempre impegnato con la Comunità di Sant’Egidio nei dialoghi per la pace. I documenti sono stati trasmessi anche al presidente della Commissione internazionale di verifica, il mediatore singalese Ram Manikkalingam, che ha salutato il «passo storico».
«Mentre si saluta la positività dell’evento – prosegue la nota di Sant’Egidio -, il pensiero va alle tante vittime di questo periodo e ai loro familiari che ancora portano le ferite di questa sofferenza. La consegna delle armi ha voluto evitare che vi fossero nuove vittime e costituisce un punto di non ritorno. È infatti un avvenimento del processo di riconciliazione che richiede ulteriori passi da parte di tutti, affinché una pagina di storia spagnola possa essere finalmente voltata». E la presenza dell’arcivescovo Zuppi ha voluto essere proprio «quella di un testimone morale, noto per aver partecipato a vari processi internazionali di riconciliazione, ed è connessa al lavoro per la pace della Comunità di Sant’Egidio, che ha contribuito al superamento di questa dolorosa pagina della storia spagnola».
12 aprile 2017